venerdì 22 giugno 2012
Scenari di guerra: un caccia turco con a bordo due piloti è caduto al largo delle coste siriane. Da Ankara il premier Erdogan ha detto che navi ed elicotteri sono impegnati nelle ricerche.
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Inaspettati e drammatici scenari di guerra sullo sfondo della perdurante crisi siriana si sono aperti oggi nei cieli del Mediterraneo orientale, dove è misteriosamente precipitato in mare a largo delle coste siriane un caccia turco con a bordo due piloti di cui non si hanno notizie. Secondo fonti di stampa vicine all'Iran e non confermate né dalla Siria né dalla Turchia, il velivolo è stato abbattuto dalla contraerea di Damasco perché aveva "violato lo spazio aereo siriano".Ma in serata il premier Recep Erdogan, in conferenza stampa, ha detto di non avere ancora informazionicerte sull'accaduto e che navi ed elicotteri turchi sono impegnati nelle ricerche dei piloti e dell'aereo.Questo mentre nella Siria scossa da oltre 15 mesi di repressione delle proteste e dei conseguenti scontri tragovernativi e ribelli sono state uccise oggi circa 50 persone, tra cui si contano una trentina di civili e oltre venti membri delle milizie irregolari lealiste. Scontri anche alla periferia di Damasco.Secondo le TV al Manar e al Mayadin, entrambe vicine a Teheran, un aereo militare turco è stato abbattuto dalla contraerea siriana di fronte a Capo Bassit, in Siria, a pochi km a sud dal confine con la Turchia. Il caccia - proseguono le fonti - aveva "violato lo spazio aereo siriano". Ankara aveva confermato di aver perduto contatto radio con il velivolo, fonti di stampa avevano poi attribuito al primo ministro turcodichiarazioni secondo cui scuse siriane "sono arrivate in modo molto serio", lasciando così implicitamente intendere che l'aereo era stato abbattuto da Damasco. Erdogan sembra poi aver 'aggiustato il tirò in conferenza stampa, sottolineando la necessità di avere più precise informazioni per stabilire quanto accaduto.Intanto da Ginevra, dall'attesa conferenza stampa congiunta dell'inviato Onu, Kofi Annan, e del comandante della missione di osservatori delle Nazioni Unite in Siria (Unsmis), il generale Robert Mood, è giunto ben poco: Annan è tornato a invitare la comunità internazionale a aumentare la pressione su Damasco. Ha poi anticipato che il 30 giugno prossimo si potrebbe tenere a Ginevra una riunione a livello ministeriale tra i rappresentanti dei cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia) e di quei Paesi che "hanno un'influenza sull'una o l'altra parte" in Siria, tra cui l'Iran. "Stiamo ancora discutendo la composizione ed altri aspetti dell'incontro, ma ho detto chiaramente di credere che l'Irandovrebbe fare parte della soluzione", ha detto. Mood, dal canto suo, si è detto "per nulla convinto che aumentare il numero di osservatori o decidere di armarli possa migliorare la situazione".  I Comitati di coordinamento locali degli attivisti anti-regime hanno reso noto oggi che dall'inizio della missioneUnmsis, il 12 aprile scorso, in Siria sono state uccise 3.608 persone, di cui 346 bambini (251 maschi e 95 femmine), 226 donne (di cui 96 morte sotto tortura). È Homs, la terza città siriana roccaforte della rivolta, a mantenere il triste primato di vittime con 1.201 uccisi in due mesi di presenza di osservatori. Poi figura Hama (481), i sobborghi di Damasco (478), Idlib (440), Daraa (294), Aleppo (223), Dayr az Zor (185) e Damascocittà (130). Il regime ha invece denunciato l'uccisione di 25 "cittadini" a Darat Azze, nei pressi di Aleppo, da parte di gruppi di terroristi armati.E nel venerdì di preghiera islamica e di proteste, il Centro di documentazione delle violazioni in Siria ha fornito un bilancio provvisorio e dettagliato di 30 uccisi in diverse località dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere cortei anti-regime. Fonti concordanti hanno inoltre confermato all'Ansa quanto riferito nel pomeriggio da attivisti, secondo cui il capoluogo orientale di Dayr az Zor è stato pesantemente bombardato oggi dall'artiglieria governativa facendo numerose vittime. In particolare, gli attivisti affermano che gli ospedali hanno urgente bisogno di sangue e plasma per le trasfusioni e di personale medico che aiuti i soccorritori.
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