martedì 15 novembre 2011
La scarcerazione dei detenuti politici non è stata accompagnata da uno stop della repressione contro gli attivisti pro-democrazia. Le forze di sicurezza hanno sottoposto il quartiere di  Baba Amr, a Homs, a pesanti cannoneggiamenti, uccidendo almeno due persone e ferendone una trentina.
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A otto mesi dall'inizio delle proteste in Siria contro il presidente Bashar al-Assad, Damasco è sempre più isolata sul piano internazionale. Anche i suoi due principali alleati nella regione, Iran e Turchia, sembrano voltare le spalle al regime di al-Assad. Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che il suo Paese ha perso la speranza che la Siria possa porre fine alle violenze e avviare riforme democratiche. Fonti dell'opposizione siriana hanno invece reso noto che l'Iran ha aperto un canale di dialogo con un gruppo siriano di opposizione "moderato". Un doppio duro colpo per Damasco alla vigilia del vertice della Lega Araba a Rabat che sancirà la sospensione della Siria dall'organizzazione pan-araba per non aver attuato il piano di pace arabo.Il vertice è atteso domani e vi parteciperanno i responsabili delle diplomazie dei Paesi della Lega Araba, che dovranno anche decidere se convocare un vertice straordinario dell'organizzazione con sede al Cairo per discutere del dossier siriano, come richiesto ieri dal ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallim.Contro la proposta si sono già registrate alcune posizioni. Il Consiglio di cooperazione del Golfo - che riunisce Arabia Saudita, Emirati, Kuwait, Qatar, Oman e Bahrain - si è opposto alla convocazione del vertice straordinario. Il Ccg, ha detto il segretario generale Abdullatif al-Zayani, "considera a questo punto inutile la richiesta di organizzare un summit arabo".

Colpita sul piano diplomatico, Damasco, tuttavia, deve anche assistere al disfacimento della sua rete di alleanze regionali. Erdogan anche oggi è stato durissimo contro il regime. "Non ci aspettiamo più che il governo al-Assad si dimostri onesto, convincente e coraggioso - ha detto il primo ministro, un tempo alleato e amico personale del presidente - Nessuno si aspetta più che (al-Assad, ndr) risponda alle richieste della comunità internazionale"."Il governo siriano sta percorrendo una strada molto pericolosa - ha proseguito Erdogan, durante l'incontro settimanale con i parlamentari del partito Giustizia e Sviluppo - Desideriamo che (al-Assad, ndr) torni indietro da questo percorso, che termina con un dirupo". Riguardo agli attacchi degli ultimi giorni contro le rappresentanze diplomatiche turche a Damasco, Latakia e Aleppo, Erdogan ha sottolineato come "proteggere i cittadini stranieri e i diplomatici sia dovere di ogni Paese. La Siria dovrebbe capire - ha proseguito - che tentare di inviare messaggi attraverso questi attacchi dimostra solo debolezza e ignoranza".Ma anche l'Iran sembra prendere progressivamente le distanze da al-Assad. Secondo fonti dell'opposizione siriana, rappresentanti di Teheran hanno avuto colloqui con Haytham Manna e altri dirigenti dei Comitati di coordinamento nazionale. Il gruppo si oppone a un intervento straniero in Siria ed è quindi più 'accettabilè perl'Iran del Consiglio nazionale siriano, che invece ha chiesto la "protezione internazionale" per i civili.

"L'Iran ha cercato di usare Haytham Manna per preparare una sorta di conferenza dell'opposizione", ha spiegato una fonte giornalistica vicina al fronte anti-Assad, aggiungendo però che il tentativo non ha prodotto finora alcun risultato, visto che "nessuno di fida dell'Iran".Primo alleato del presidente Bashar al-Assad nella regione, l'Iran è accusato dall'opposizione siriana di aver inviato membri delle sue forze al-Quds a contribuire alla repressione delle proteste. Ma in molti a Teheran, compreso il presidente Mahmoud Ahmadinejad, hanno cominciato a manifestare segni di insofferenza per l'approccio di al-Assad, a cui hanno chiesto di avviare un dialogo conl'opposizione e attuare le riforme.

DAMASCO LIBERA 1800 ARRESTATIDamasco dal canto suo ha tentato di alleggerire la pressione della comunità internazionali con delle timide aperture. Oggi le autorità siriane hanno liberato 1.180 prigionieri, "che non hanno le mani sporche di sangue", rinchiusi nelle carceri siriane dopo essere stati arrestati negli ultimi mesi. Lo ha annunciato la tv di Stato siriana. L'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana ha ricordato che altre 553 persone, arrestate durante le proteste antigovernative e che non sono accusate di omicidi, sono state liberate dieci giorni fa in occasione dell'Aid al-Adha, la Festa del sacrificio.

Stamani, inoltre, la tv al-Arabiya ha dato notizia della scarcerazione di Kamal Labouani, oppositore del presidente Bashar al-Assad, che ha trascorso gli ultimi sei anni in carcere per reati di opinione. Labouani era stato già arrestato nel 2001, con la Primavera di Damasco, e aveva scontato tre anni di reclusione.La scarcerazione dei detenuti politici, tuttavia, non è stata accompagnata da uno stop della repressione contro gli attivisti pro-democrazia. Le forze di sicurezza hanno sottoposto il quartiere di  Baba Amr, a Homs, a pesanti cannoneggiamenti, uccidendo almeno due persone e ferendone una trentina.Diciannove cadaveri non identificati, inoltre, sono stati trasportati oggi sempre nell'ospedale di Homs, nel centro della Siria. Lo ha denunciato l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede a Londra. Il gruppo di attivisti ha quindi espresso il timore che questi diciannove cadaveri appartengano ai civili "rapiti dalle milizie pro-governo negli ultimi due giorni". A Homs la situazione viene definita "catastrofica" per l'assenza di sicurezza e la carenza di generi alimentari e sanitari.

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