giovedì 30 agosto 2012
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​La situazione in Siria «migliora ma ci vorrà più tempo per vincere la battaglia»; i disertori sono solo il frutto di una «auto-epurazione» del governo; nonostante i massacri quotidiani «c’è un forte legame tra il popolo e il regime»; i leader turchi (che hanno accolto sinora più di 80mila profughi siriani) sono «degli ignoranti», e l’idea di una zona-cuscinetto per accogliere i rifugiati (proposta da alcune cancellerie occidentali, Ankara in testa) è, semplicemente, «irrealistica». Sintesi dell’Assad-pensiero, affidato ieri dal presidente a un’intervista trasmessa in serata dalla tv siriana Addouniya, vicina al governo. Guarda al conflitto in corso con occhiali tutti suoi, l’oftalmologo Bashar al-Assad. Mostrando una pervicacia impermeabile a qualsiasi evidenza, sorda ad ogni appello della comunità internazionale. Il rais riesce a vedere «miglioramenti» nella situazione sul campo, in un Paese dove ormai i morti si contano nell’ordine di centinaia a settimana. Anche ieri i combattimenti si sono concentrati nella zona di Aleppo, vicino all’aeroporto militare di Taftanaz, sulla strada per Idlib. I rivoltosi hanno ammesso che lo scalo – sotto il tiro incrociato di ribelli e lealisti – è ancora nelle mani del regime, ma hanno rivendicato la distruzione di cinque elicotteri del governo e di diversi blindati. Nonostante tutto questo, il presidente, pur ammettendo qualche difficoltà sul terreno, non mostra alcuna intenzione di arretrare. E ha celebrato le forze di sicurezza che combattono contro l’insurrezione per la loro «condotta eroica», minimizzando, al contrario, la portata delle diserzioni (mille, ormai, quelli ufficiali), che sarebbero solo il frutto di una «pulizia interna» al governo. Quel che è peggio, ha deriso la possibilità di creare zone-cuscinetto per la popolazione in fuga dalle stragi. Ipotesi (spinta dalla Turchia) allo studio della Comunità internazionale, per quando «complicata» da realizzarsi, come ha ribadito ieri il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius. «Non è sul tavolo», ha tagliato corto Assad. «Si tratta di un’idea irrealistica anche per gli Stati nemici della Siria». Con buona pace del suo popolo, che lui continua a sentire «totalmente dalla parte del regime».
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