venerdì 27 settembre 2013
Potrebbe essere votata stanotte in Consiglio di Sicurezza la bozza di risoluzione concordata tra i cinque Paesi che hanno diritto di veto. Si condanna «nei termini più forti» l'uso di armi chimiche e si stabilisce che la Siria deve rispettare i dettami dell'Opac sul disarmo. In caso di inadempienza una nuova risoluzione potrà decidere l'uso della forza.
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Potrebbe essere votata alle 20 (le due del mattino in Italia) la risoluzione sulla Siria presentata ieri notte al Consiglio di Sicurezza e frutto di un accordo tra i cinque Paesi che hanno diritto di veto in seno all'organismo delle Nazioni Unite (Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina).
La bozza di risoluzione, sulla quale ieri avevano trovato l'accordo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il segretario di Stato americano, John Kerry, non prevede l'uso della forza.Il progetto di risoluzione, che si articola in 22 paragrafi, "condanna nei termini più forti" qualsiasi uso di armi chimiche in Siria e in particolare l'attacco del 21 agosto scorso. "L'uso di armi chimiche - si legge - costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale".Il testo "decide, in caso di inadempienza con questa risoluzione, incluso il non autorizzato trasferimento o uso di armi chimiche, da parte di chiunque in Siria, di imporre misure sotto il capitolo sette della carta delle Nazioni Unite". Ciò significa che solo una eventuale nuova risoluzione potrà invocare l'uso della forza.Tra i punti cardine del testo, si sostiene la decisione dell'Opac del 20 settembre 2013 che contiene le procedure sul disarmo chimico, si decide che la Siria deve rispettare tale decisione e cooperare pienamente con l'organizzazione dell'Aja. Il rispetto dei dettami dell'Opac e del Consiglio di Sicurezza dell'Onu verrà verificato su "base regolare" dopo i primi 30 giorni dall'adozione della risoluzione e quindi ogni 30 giorni. Infine si richiede l'organizzazione, "il più presto possibile", di una convenzione internazionale che attui quanto deciso a Ginevra 1.
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