lunedì 7 ottobre 2013
​È morta dopo 7 giorni di agonia l'assistente universitaria indiana che si era data fuoco dopo  essere stata licenziata perché voleva denunciare uno stupro subito dai colleghi. Pavitra Bhardwaj, 40 anni, assistente nell'Università di New Delhi, il 30 settembre si era data fuoco davanti alla sede del governo.
COMMENTA E CONDIVIDI
È morta dopo sette giorni di agonia l'assistente universitaria indiana che si era data fuoco dopo  essere stata licenziata perchè voleva denunciare uno stupro subito dai colleghi. Pavitra Bhardwaj, 40 anni, assistente di laboratorio di chimica nel college Bhim Rao Ambedkar dell'Università di New Delhi, il 30 settembre si era data fuoco davanti alla sede del governo nella capitale, urlando di essere stata violentata dai colleghi tre anni fa.Era stata portata all'ospedale di Lok Nayak con il 90 per cento del corpo ustionato: "Sapevamo che non ce l'avrebbe fatta", ha commentato un medico che trattava il caso, citato dai media indiani. Secondo suo fratello Vinay, Pavitra aveva scelto di darsi fuoco come estremo atto di protesta: negli ultimi sette mesi aveva cercato invano di denunciare il caso alla polizia locale, al nucleo Crimini contro le donne, all'ufficio del capo di governo Sheila Dikshit, al vice-cancelliere dell'Università di Delhi. Nemmeno suo marito Dharmender Bhardwaj, che lavorava come capo poliziotto a Delhi, era riuscito ad aiutarla.Nell'agonia, Pavitra ha riferito alla polizia di aver commesso il gesto perchè "nessuno aveva ascoltato le sue grida d'aiuto in altri modi".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: