mercoledì 14 marzo 2018
Trump vola in California, fortino dei democratici nel mirino dell’Amministrazione per le sue «città santuario» Ad attenderlo, forti proteste
Trump va a visionare i prototipi del muro con il Messico

«Se non ci fosse un muro non ci sarebbe nemmeno un Paese». Parola di Donald Trump, il cui progetto di costruire un muro con il Messico è stato al centro del primo viaggio del presidente Usa in California. Il Golden State, liberal per eccellenza, è diventato l’epicentro del movimento di resistenza all’Amministrazione repubblicana ed alle sue politiche, in particolare sull’immigrazione. Non a caso il tycoon ha aspettato oltre un anno – più di qualunque suo predecessore fino a Franklin Roosevelt – prima di visitare la California, nonostante sia uno dei più ricchi centri dell’economia americana.

Già i viaggi nello Stato in veste di candidato non avevano lasciato presagire nulla di buono: quando Trump pronunciò un discorso a San Francisco, il suo tragitto era stato bloccato dai manifestanti. E l’arrivo ieri del capo della Casa Bianca ha confermato il difficile rapporto fra Washington e Sacramento: migliaia di attivisti sono scesi in piazza contro Trump, che ha visitato i prototipi della barriera in progetto lungo il confine meridionale degli Usa. Proprio contro questo progetto si sono scagliati centinaia di dimostranti fra San Diego e Beverly Hills, dove lo speaker del Senato californiano, il democratico Kevin de Leon, ha guidato un corteo contro il magnate. Una grande manifestazione è poi partita davanti a una chiesa di San Ysidro. Del resto le parole con le quali il presidente aveva annunciato il suo viaggio non erano state concilianti: «Le politiche santuario della California sono illegali e incostituzionali e mettono a rischio la sicurezza dell’intera nazione».

Nella due giorni californiana di Trump è in programma la visita ad una base militare dei Marine e la partecipazione ad una raccolta di fondi repubblicana a Beverly Hills. Ed è proprio a Los Angeles che si sono tenute le proteste e le manifestazioni più massicce. Il governo di Washington ha già citato in giudizio la California contro le sue leggi in difesa delle “città santuario”, quelle che non collaborano con le autorità federali nell’arrestare gli irregolari. Il governatore californiano nell’ottobre scorso ha ratificato una misura che dichiara tutto lo Stato, dove vive quasi un quarto degli 11 milioni di “indocumentados” negli Usa, una zona santuario.

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