mercoledì 17 aprile 2019
Le manifestazioni di solidarietà, anche materiali, di islamici e ebrei
(FOTO: Ansa)

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È il cuore vivo e pulsante della cattolicità francese. Ma Notre Dame è anche un simbolo per l’intera umanità, emblema della sua capacità di creare bellezza, di resistere alle bufere della storia, di non rinunciare a “guardare in alto”, pur avendo i piedi ben piantati per terra. Con questo spirito, la cantò nel 1831 l’allora giovane Victor Hugo in “Notre-Dame de Paris”.

Più ancora di Esmeralda e Quasimodo è la cattedrale – con i suoi mostruosi “gargoyle” – la protagonista del celebre romanzo, casa accogliente di reietti e perseguitati. Ora che Nostra Signora è stata ferita e sfregiata dal fuoco, il dolore è trasversale. Non sorprende, dunque, l’affetto con cui le altre Chiese cristiane, ebrei e islamici si sono stretti intorno ai cattolici. Il patriarca ortodosso russo Kirill si è detto «profondamente rattristato» per il rogo in cui è rimasto danneggiato «un capolavoro dell’architettura cristiana, che occupa un posto speciale nei monumenti del patrimonio culturale mondiale».

Mentre il Congresso ebraico mondiale – a nome delle comunità presenti in oltre cento Paesi – ha inviato un messaggio di commossa solidarietà. «Notre- Dame è rimasta per secoli orgogliosa e mirabile come un’icona inimitabile, simbolo della grande cultura e della storia del Paese», scrive il presidente del Congresso, Ronald Lauder, augurando che «la distruzione possa essere presto restaurata per permettere a questa struttura senza pari di ritornare alla sua posizione di maestà simbolica nel panorama parigino». «Profonda tristezza» è stata espressa dal grande imam di al-Azhar, Ahmad Muhammad al-Tayyeb, massima autorità dell’islam sunnita. In un tweet in arabo, francese e inglese, la guida spirituale dell’Università situata al Cairo ha manifestato il proprio sostegno. «Con il cuore siamo coni fratelli di Francia, che hanno tutto il nostro pieno sostegno».

Al cordoglio ha voluto unirsi anche il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif. «Sono sgomento – ha scritto su Twitter – per la tragedia», Notre-Dame è «un monumento iconico, dedicato alla preghiera del nostro unico Dio e che ci ha uniti tutti attraverso il capolavoro letterario di Hugo». Zarif non è un’autorità religiosa ma è rappresentante della politica estera di Teheran, a sua volta sotto la supervisione dell’ayatollah Ali Khamanei, guida suprema. Quest’ultimo, tra l’altro, non nasconde la propria ammirazione per Victor Hugo. I musulmani francesi non hanno, però, voluto limitarsi alle dimostrazioni verbali di affetto e solidarietà. Il Consiglio francese del culto musulmano e il rettore della moschea di Lione, hanno chiamato la comunità a «partecipare allo sforzo finanziario » per la ricostruzione di questo «lavoro architettonico che è la gloria del nostro Paese». Un segno tangibile di fraternità che diviene fondamento di un incontro possibile – quanto necessario – tra le fedi.

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