venerdì 27 gennaio 2017
La Corte costituzionale francese, ribaltando pareri precedenti, ha bocciato la proibizione delle «violenze fisiche» dei genitori sui figli
Punizione, nella Germania del 1935

Punizione, nella Germania del 1935

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Contrordine, la sculacciata non è più vietata: la Corte costituzionale francese ha bocciato ieri sera la proibizione di «violenze fisiche» dei genitori sui figli, fra le quali la più celebre di tutte, affermando che tale regola «non ha alcun legame» con la legge “Eguaglianza e cittadinanza” nella quale è stata inserita. Secondo la decisione dei “Saggi”, la norma che esclude «qualsiasi ricorso a violenze corporali» non ha alcun riferimento con il quadro legislativo che la contiene, che ha in gran parte passato l'esame dei giudici costituzionali.

La norma prevedeva il divieto di «qualsiasi trattamento crudele, degradante o umiliante, compreso ogni ricorso alleviolenze corporali». Si trattava di una regola priva di ogni rilievo penale ma destinata - nelle intenzioni del legislatore - ad essere letta alle coppie in procinto di unirsi in matrimonio. Il dibattito in Francia è stato lungo sul fatto che schiaffi, sculacciate, orecchie o capelli tirati, gesti che per anni gli adulti hanno avuto tendenza a giudicare naturali provochino invece, secondo buona parte degli psichiatri, «conseguenze sulla salute fisica e mentale» delle vittime.

Proprio questi psichiatri, riuniti in diversi collettivi, si sono fatti promotori della legge «simbolica ma tale da favorire una presa di coscienza». A ricorrere alla Corte costituzionale erano stati invece i senatori della destra dei Republicains. La Francia era stata censurata nel marzo 2015 dal Consiglio d'Europa per non aver vietato in modo chiaro e in ogni sua formale punizioni corporali sui bambini, contrariamente a quanto fatto dalla maggioranza dei Paesi europei.

Nel febbraio 2016, il comitato dei bambini delle Nazioni Unite si era unito alla richiesta alle autorità francesi di «vietare espressamente lepunizioni corporali in tutti gli ambienti, compresa la famiglia».

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