sabato 1 giugno 2013
​Quattro persone avrebbero perso la vista. Scontri violenti tra la polizia e le centinaia di manifestanti che si oppongono alla distruzione di un'area verde. Il governo ha aperto un'inchiesta sull'uso della forza da parte della polizia. La protesta, diventata anti-governativa, si è estesa alla capitale Ankara e ad altre città.
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Sono proseguiti per tutto il pomeriggio di sabato i violenti scontri nel centro di Istanbul fra i reparti antisommossa che hanno lanciato, secondo alcuni testimoni, anche lacrimogeni dagli elicotteri e migliaia di manifestanti contro la distruzione di Gezi Park, con l'abbattimento di centinaia di alberi, e la costruzione nella sua area del terzo ponte del Bosforo e di un grande centro commerciale. I dimostranti sono riusciti a entrare in piazza Taksim e hanno lanciato sassi contro i blindati della polizia. In serata le forze dell'ordine si sono ritirate dalla piazza.In totale sono stati 95 gli arresti di oggi negli scontri; 81 sono stati rilasciati dopo essere stati interrogati dalla procura, che si riserva di incriminarli.Più grave il conto dei feriti: il bilancio provvisorio è di almeno 1.000. Lo riferisce l'Associazione dei medici turchi, sottolineando che almeno 4 persone hanno perso la vista dopo essere stati centrati dai candelotti lacrimogeni sparati dagli agenti mentre altri 4 sono curati per fratture al cranio.

Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan in serata ha ammesso che la polizia ha agito in alcuni casi in modo "estremo" per sedare le proteste degli ultimi due giorni a Istanbul. "È vero, ci sono stati degli errori e delle azioni estreme da parte della polizia", ha detto Erdogan.

Il ministero degli Interni turco, dal canto suo, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta sulle accuse di uso eccessivo della forza da parte della polizia contro i manifestanti. Tutti i video verranno vagliati per individuare gli agenti che hanno commesso infrazioni, si legge in un comunicato diffuso dal ministero. "L'intervento della polizia è stato mirato contro chi si scagliava contro auto, lavoratori, forze di sicurezza, titolari di negozi e cittadini. In questi casi l'uso dei gas lacrimogeni non doveva essere fatto se non assolutamente necessario - si legge nel testo -. Ci aspettiamo che i nostri cittadini agiscano in modo sensato contro quei gruppi che tentano di provocarli contro le forze di sicurezza conducendo manifestazioni illegali".
La protesta si è estesa anche alla capitale Ankara: i manifestanti si sono radunati di fronte al Parlamento e hanno lanciato bombe molotov contro la polizia, che a sua volta ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Sempre ad Ankara, in migliaia si sono riuniti nel parco centrale per chiedere le dimissioni del governo. La polizia ha invece disperso decine di sostenitori dell'opposizione che tentavano di raggiungere la sede principale dell'AKP, il partito del primo ministero Recep Tayyip Erdogan. Manifestazioni di solidarierà neiconfronti dei contestatori di Taksim si sono registrate anche a Eskisehir, Mugla, Konya e a Bolu e Smirne.
 

Il presidente Abdullah Gul ha detto che le manifestazioni hanno raggiunto un "livello inquietante".

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