martedì 14 marzo 2017
L'1 marzo il polacco di estrema destra Janusz Korwin-Mikke aveva detto durante una assise all'Europarlamento: «Giusto che le donne guadagnino meno, sono meno intelligenti». Oggi le sanzioni.
L'eurodeputato polacco Korwin-Mikke

L'eurodeputato polacco Korwin-Mikke

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Si sarà pentito delle sue parole, l'eurodeputato polacco Janusz Korwin-Mikke? L'aver proclamato in seduta plenaria a Bruxelles, lo scorso primo marzo, che le donne sono meno intelligenti degli uomini e dunque è giusto che guadagnino meno gli è costato caro: un mese di sospensione della diaria (306 euro al giorno fa 9.210 euro in meno in busta paga), dieci giorni di sospensione da tutte le attività dell'Europarlamento e un anno intero durante il quale non potrà rappresentare l'istituzione alla quale è stato eletto. Jorwin-Mikke non è nuovo a intemperanze del genere: in passato aveva chiamato gli immigrati "spazzatura umana" e dichiarato che Hitler non era a conoscenza dell'Olocausto.

Questa volta però la sanzione, durissima e senza precedenti, è arrivata, firmata dal presidente dell'assise comunitaria, l'italiano fresco di nomina Antonio Tajani: «Ha insultato tutte le donne e calpestato i nostri valori fondamentali». A peggiorare il fatto, già di per sé grave, è che il deputato di estrema destra aveva scelto un momento assai inopportuno per rilanciare le sue idee assurde: si teneva infatti un dibattito in seduta plenaria sulle disparità di genere negli stipendi e la seduta era presieduta da una donna. E lui, come se niente fosse, se ne era venuto fuori con questa frase: "Naturalmente, le donne dovrebbero guadagnare meno degli uomini, perché sono più deboli, sono più piccole, sono meno intelligenti".

Più deboli (fisicamente) quasi sempre sì, più piccole anche, ma meno intelligenti proprio no: e la sua sciocchezza Korwin-Mikke, 74 anni, avrà tempo di meditarla, visto che per 10 giorni non si siederà sugli scranni dell'Europarlamento. Ora non resta che sperare che questo criterio - basta con le parole che perpetuano e amplificano i pregiudizi, stop alla circolazione impunita di tesi discriminatorie, basta con le offese camuffate da idee politiche - venga applicato a altri ambiti, non solo a quello femminile: la fede religiosa, per esempio, gli immigrati...

E poi un sistema di severe sanzioni potrebbe trovare spazio in altre situazioni: nelle aule dei Parlamenti nazionali, negli uffici, nelle scuole, perfino in famiglia. Se un marito zittisce la moglie indicandole la strada della cucina, potrebbe essere castigato per comportamenti sessisti. Multa oggi, sospensione domani, è probabile che presto o tardi le sanzioni non serviranno più. E che nessuno dirà più in pubblico - e nemmeno gli passerà per l'anticamera del cervello -, che una donna possa essere in quanto tale «meno» di un uomo.

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