giovedì 22 luglio 2021
La protesta dei migranti senza permesso di soggiorno era cominciata il 30 gennaio scorso per chiedere la regolarizzazione della posizione. Ma non è stato garantito l'accesso al lavoro legale
Un corteo di solidarietà con i sans papiers nelle strade di Bruxelles

Un corteo di solidarietà con i sans papiers nelle strade di Bruxelles - Ansa

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Buone notizie sul fronte dei migranti senza permesso di soggiorno che si erano accampati, nei giorni scorsi, nella chiesa di San Giovanni Battista al Beghinaggio e in due siti universitari della Ulb e Vub di Bruxelles.

Dopo cinquanta e 4 giorni di sciopero della fame e della sete i "sans papiers" - cosi si chiamano in francese i migranti irregolari - hanno annunciato che riprenderanno a bere e a mangiare. La loro protesta era cominciata il 30 gennaio scorso per ottenere che la loro posizione venisse regolarizzata.

"Ieri e oggi ci sono stati incontri con il governo e siamo riusciti a predisporre degli accordi che non sono ancora stati convalidati. Speriamo che lo siano", hanno spiegato i rappresentanti dei 475 senzatetto.

"La fine dello sciopero della fame è l'unica decisione giusta", ha commentato il primo ministro belga Alexander De Croo, avvertendo, tuttavia, che "c'è solo una via" per ottenere l'asilo in Belgio "ed è la via della legge", "l'unica per evitare decisioni arbitrarie. Un governo non può mai accettare il ricatto. Sarebbe ingiusto nei confronti di tutte le persone che seguono correttamente le regole".

"Sono sollevato", ha dichiarato Sammy Mahdi, sottosegretario per l'Asilo e la migrazione, dopo la fine della protesta. "Questa per me non è stata una lotta contro le persone, ma per una politica corretta", ha detto il rappresentante di Governo ed esponente dei
Cristiano-Democratici Fiamminghi, contrario ad ogni concessione a favore degli irregolari in sciopero della fame.

A sbloccare la situazione, secondo quanto riporta il quotidiano "La Libre", sono state le rassicurazioni sull'interpretazione di due regolamenti. Il primo consente ai migranti di ottenere un permesso di soggiorno per circostanze eccezionali. Per esempio se il coniuge proviene da un Paese in guerra o se si hanno figli che vivono in Belgio da molto tempo, mentre il secondo riguarda la situazione sanitaria.

Visto il loro stato di salute, molti occupanti dovrebbero beneficiare di un permesso temporaneo di almeno tre mesi. È stata questa promessa a convincere i "sans papiers" a sospendere lo sciopero della fame e della sete nella serata di ieri, giorno della festa nazionale del Belgio in cui si celebra l'indipendenza del Paese.

"Tuttavia questo passo in avanti non è sufficiente per garantire l'accesso al lavoro legale", si legge in una nota dell'"Union des sans papiers pour la regularisation", nella quale si garantisce che "la sospensione dello sciopero non pone fine al movimento".

Quest'ultimo "continuerà la battaglia sul permesso unico sia a livello regionale che federale, al fine di ottenere ulteriori garanzie e portare allo scoperto i lavoratori irregolari", è la promessa del gruppo.

Quest'ultimo "continuerà la battaglia sul permesso unico sia a livello regionale che federale, al fine di ottenere ulteriori garanzie e portare allo scoperto i lavoratori irregolari". Questa è la promessa fatta dal gruppo

"Molti dei senzatetto vivono in Belgio da oltre 10 anni. Una signora occupa la chiesa addirittura da 33 anni", ha raccontato Mohamed Alex, portavoce de "L'Union des sans-papiers pour la regularisation", il movimento nato in occasione dell'occupazione e che unisce gli irregolari alle persone che li sostengono. Tra questi ultimi ci sono anche studenti, ricercatori, professori universitari, avvocati e tanta gente comune.

Gli occupanti avevano smesso di mangiare dal 23 maggio e circa 50 di loro avevano iniziato lo sciopero della sete sabato scorso. Le condizioni di salute di alcuni di loro erano estremamente preoccupanti e avevano convinto i ministri del Partito socialista e del movimento ecologista Ecolo a minacciare le dimissioni.

L'escalation fatale e la crisi di Governo sono state scongiurate da Dirk Van den Bulck, commissario generale belga per i rifugiati e gli apolidi, al quale è stato affidato il delicato compito di mediare con l'"Union des sans papiers pour la regularisation", il movimento di rappresentanza degli irregolari nato il 30 gennaio scorso, quando gli stranieri hanno occupato

Quest'ultimo "continuerà la battaglia sul permesso unico sia a livello regionale che federale, al fine di ottenere ulteriori garanzie e portare allo scoperto i lavoratori irregolari", è la promessa del gruppo.

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