sabato 8 gennaio 2011
Nel suo primo discorso in pubblico dopo tre annni di esilio volontario in Iran, il leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr, a Najaf, ha detto che occorre dare una possibilità al nuovo governo iracheno, nel quale il suo movimento sciita ha sette ministri. Poi ha incitato alla resistenza contro gli "occupanti".
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Nel suo primo discorso in pubblico dopo tre annni di esilio volontario in Iran, il leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr, a Najaf, ha detto che occorre dare una possibilità al nuovo governo iracheno, nel quale il suo movimento sciita ha sette ministri. "Se il governo sarà al servizio del popolo e della sua sicurezza, noi siamo con esso", ha detto Sadr. Viceversa, "se il governo non servirà il popolo, ci sono modi per correggerlo, ma questi mezzi devono essere politici", ha aggiunto.Sadr ha incitato alla resistenza contro gli occupanti: "Noi continuiamo a resistere contro l'occupante con la resistenza militare e con tutti i mezzi", ha detto, precisando però "non toccheremo alcun iracheno. Noi ci opporremo solo all'occupazione", invitando la folla a gridare lo slogan "No, no all'America". Poi, "Siamo un popolo e non siamo d'accordo con i gruppi responsabili dei massacri". Sadr ha detto che le armi sono "solo per la gente armata". Considerato fino a qualche anno fa una delle figure più estremiste in Iraq, ferocemente antiamericano, accusato di aver compiuto massacri con la sua milizia sciita, l'Esercito del Mehdi, durante la guerra civile fra sciiti e sunniti che seguì l'invasione da parte della coalizione internazionale nel 2003, Sadr ora è riuscito a inserire sette ministri del suo movimento nel nuovo governo iracheno ed ha 39 deputati in Parlamento.
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