venerdì 6 maggio 2016
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LONDRA I eri sera, dopo la chiusura delle urne avvenuta alle 22 (le 23 ora italiana), i milioni di londinesi che sono stati chiamati a scegliere il nuovo sindaco, fiutavano già, almeno a giudicare dai primi exit poll circolati sul Web a seggi aperti, la vittoria del candidato laburista di origini pachistane Sadiq Khan contro il conservatore Zac Goldsmith. Ieri si votava anche per rinnovare i Parlamenti delle tre regioni autonome, Scozia, Irlanda del Nord e Galles, creati dalla devolution di Tony Blair due decenni fa e per i poteri locali nelle città dell’Inghilterra. Il “Super Thursday”, così è sta- to soprannominato l’appuntamento di ieri alle urne, è considerato il più importante test elettorale prima delle elezioni politiche del 2020. E sarà delicato soprattutto per il partito laburista di Jeremy Corbyn che rischia di perdere seggi, esclusa Londra, in tutto il Paese e diventare il terzo partito in Scozia dove il Labour ha sempre dominato prima della vittoria l’anno scorso dei nazionalisti dell’Snp. L’elezione di Khan a Londra potrebbe invece avere un impatto cruciale sul voto del 23 giugno sull’appartenenza all’Europa. «L’incoronazione per la prima volta a sindaco di un musulmano – ha scritto il Guardian – sarebbe simbolica perché confermerebbe l’identità globale e multiculturale della metropoli londinese la cui posizione fuori dall’Europa stonerebbe ora ancora di più». L’affluenza alle urne è stata, come previsto, al di sotto del 50 per cento e uno dei primi che si sono recati a votare ieri mattina, nel distretto di Westminster, è stato il premier conservatore e fervido europeista David Cameron che, è risaputo, non teme tanto il risultato di oggi quanto quello del referendum sulla Brexit del 23 giugno: un’uscita della Gran Bretagna dall’Europa potrebbe infatti significare per lui un’uscita anticipata da Downing Street. Elisabetta Del Soldato © RIPRODUZIONE RISERVATA Khan con la moglie (LaPresse)
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