giovedì 10 settembre 2015
Sale la tensione internazionale, ma il ministro Lavrov: i nostri addestratori lì da anni, non abbiamo intenzione di combattere. Il piano di Londra per un governo di unità nazionale.

L'APPELLO
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L'IRAN ​Teheran apre i cieli ai russi
Dalla Russia ancora armi in Siria
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La Russia ha ammesso che sta inviando armi insieme agli aiuti umanitari in Siria, ma ha precisato che non è direttamente impegnata nei combattimenti al fianco dell'esercito di Bashar al-Assad. Rispondendo alle preoccupazioni espresse dagli Usa per le notizie di attività militari russe nel Paese, il ministro degli Esteri ha precisato che Mosca "non ha preso misure aggiuntive" per rinforzare la sua presenza militare in Siria. "Esperti militari russi lavorano in Siria, aiutano l'esercito siriano ad imparare a utilizzare le nostre armi", ha confermato Lavrov, ricordando in Siria "ci sono militari russi da molti anni". Gli aerei che la Federazione russa ha inviato in Siria, ha aggiunto, "hanno trasportato aiuti umanitari e materiale militare, come previsto dai contratti già esistenti".«Scongiurare uno scenario libico». L'autorevole quotidiano russo Kommersant ha rivelato che tra gli armamenti forniti all'esercito siriano ci sono dei BTR-82A, veicoli corazzati per il trasporto di militari. Se necessario, ha aggiunto Lavrov, Mosca adotterà misure aggiuntive, ma nel rispetto del diritto internazionale, perché "la Russia continuerà ad aiutare Damasco, per prevenire che in Siria si verifichi uno scenario simile alla Libia". Il portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha affermato che "alla Siria non è stato imposto alcun embargo sulla vendita di armi. Se qualche Paese o gruppo di paesi hanno preso questa decisione, è un problema loro". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che "la minaccia proveniente dallo Stato islamico è evidente. La sola forza in grado di resistere sono le forze armate siriane".Al fianco di Damasco. La Russia è da tempo convinta che Bashar, suo stretto alleato, dovrebbe essere coinvolto negli sforzi della comunità internazionale contro il gruppo jihadista. Peskov ha anticipato che il presidente russo Vladimir Putin parlerà di Siria e di Is nel suo intervento all'Assemblea generale dell'Onu.La Nato: preoccupati. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito la "preoccupazione" per le notizie su un aumento della presenza russa in Siria. "Questo - ha avvertito - non contribuisce a risolvere il conflitto. Noi sosteniamo gli sforzi dell'Onu per una soluzione politica in Siria".Gentiloni: le armi non risolvono la crisi. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha invitato a "non ripetere gli errori commessi in passato". "Un conto è contenere la minaccia terroristica, un conto è immaginare spedizioni militari che possano risolvere la crisi in Siria con il rischio di ripetere errori che abbiamo duramente pagato in altri Paesi", ha spiegato il titolare della Farnesina, con chiara allusione alla Libia. Gentiloni ha confermato il "no" di Roma a una Russia che difende militarmente Assad.Kiev chiude il proprio spazio aereo. L'Ucraina ha chiuso il proprio spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria. Lo ha annunciato il premier ucraino Arseni Iatseniuk in un incontro a Bratislava con il suo omologo slovacco Robert Fico. Lo riferisce l'agenzia Interfax. Il piano di Londra: 6 mesi di transizione. La Gran Bretagna ha fatto sapere che il suo intervento in Siria prevede un duplice livello: militare, con raid aerei limitati per eliminare "le menti (i vertici) che controllano" Is; diplomatico, per arrivare a un governo di unità nazionale" in cui a "Bashar Assad sarà concesso di di restare presidente per una transizione di massimo 6 mesi".
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