venerdì 31 agosto 2012
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Ribadito il no all’aborto: «difesa dei bimbi non nati»Nel paragrafo «santità e dignità della vita umana» della sua piattaforma programmatica il partito repubblicano afferma che i bambini non nati godono del diritto fondamentale alla vita. Il partito si propone dunque di far approvare dal Congresso un emendamento alla costituzione americana che chiarisca che la protezione della Carta va estesa anche ai bambini non nati. La piattaforma si oppone all’uso di fondi pubblici per promuovere o praticare aborti o per finanziare le organizzazioni non governative che lo praticano; invita inoltre il presidente a nominare giudici che rispettino i valori tradizionali della famiglia e la santità della vita e si oppone all’eutanasia attivo o passiva, alla sospensione dell’alimentazione intravenosa per i malati in stato vegetativo e al suicidio assistito.
Il «darwinismo sociale»: meno sovvenzioni ai poveriL’attuale posizione fiscale del partito, raccolta nel budget proposto da Paul Ryan, è stata chiamata «darwinismo sociale», o sopravvivenza dei più forti. Prevede la riduzione all’osso o l’eliminazione dei servizi sociali per i bisognosi, compresa l’assistenza sanitaria (la cui concessione verrebbe affidata agli Stati, che non hanno risorse), i sussidi di disoccupazione, le sovvenzioni per le case popolari e per il riscaldamento e i buoni pasto per le famiglie vicino o sotto la soglia della povertà. Il partito ridurrebbe la spesa nell’istruzione pubblica, le borse di studio e i prestiti a costo zero per le piccole imprese. In compenso lascerebbe come stanno gli sgravi fiscali per tutti introdotti da George W. Bush, comprese le grandi aziende e i più ricchi.Poco spazio alla politica estera. Ma aggressivi con Iran e CinaDi politica estera il partito repubblicano e Mitt Romney hanno parlato poco in questa campagna elettorale e alla convention, ma la posizione che emerge è una continuazione dell’interventismo neoconservatore alla Bush. Romney ha promesso un atteggiamento più aggressivo nei confronti dell’Iran, che si è detto pronto a bombardare, un confronto più deciso con la Cina, con la quale è disposto ad avviare una guerra di dazi sulle importazioni, e un testa-a-testa con la Russia, che ha definito «il nostro nemico geopolitico numero uno». Sul Medio Oriente, il candidato repubblicano ha garantito un allineamento più deciso e bellicoso con la posizione di Israele e un allontanamento diplomatico dalle nazioni islamiche.
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