mercoledì 30 marzo 2016
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BRUXELLES Faysal Chaffou, l’uomo sospettato di essere l’attentatore con la giacca bianca e il cappello all’aeroporto di Bruxelles, aveva un alibi, anche per questo è stato scarcerato. A rivelarlo è stato ieri il suo avvocato Olivier Martins, anche se non si placano le polemiche per il suo rilascio. La scarcerazione, due giorni fa, di Chaffou, in passato reporter, ha fatto scalpore perché si era pensato fosse il super ricercato degli attacchi del 22 marzo, e l’unico che non si era fatto esplodere. Ieri Martins ha detto che Chaffou «ha fornito un alibi a livello telefonico, spiegando di trovarsi a casa al momento degli attentati, ricevendo anche alcune telefonate». I tabulati sembrano aver dato ragione all’uomo. L’avvocato ha inoltre messo in serio dubbio una delle prove su cui si era basato l’arresto di Chaffour: il riconoscimento dell’uomo da parte del tassista che aveva portato (ovviamente ignaro) i tre kamikaze all’aeroporto di Bruxelles il 22 mattina. «L’autista – ha detto il legale – ha riconosciuto u- na persona che portava un cappello e occhiali da sole, difficile parlare di un riconoscimento formale». La stampa belga, tuttavia, è apparsa stupita del rilascio, visto che Chaffou resta comunque accusato di partecipazione ad attività di un gruppo terroristico, di omicidio terroristico e tentato omicidio terroristico, oltre che di propaganda jihadista. Contro il rilascio si è espresso ieri il sindaco del comune di Bruxelles (che coincide con il centro storico della capitale),Yvan Mayeur. «Questo personaggio – ha tuonato – è venuto ad agitare i profughi, ha aggredito i rappresentanti di ong, e avevo già chiesto più volte che si intervenisse ». Ieri comunque, sempre stando al suo avvocato, lo stesso Chaffou ha smentito di essere un reclutatore, si è detto completamente innocente e contrario a Daesh. La caccia all’uomo con il cappello intanto continua, ieri sono giunte alla polizia ben 51 segnalazioni. La polemica sul rilascio di Chaffou, del resto, è giunta mentre si diffondeva una nuova notizia che sembra gettare un’ulteriore ombra sull’efficacia degli apparati di sicurezza del Belgio. Secondo quanto riferito dal ministro della Giustizia olandese Aard van der Steur, in risposta a un’interrogazione della Camera dei rappresentanti dei Paesi Bassi, il 16 marzo il Fbi aveva segnalato all’Olanda i precedenti penali e le inclinazioni estremistiche di Ibrahim e Khalid el-Bakraoui, il primo fattosi esplodere all’aeroporto di Bruxelles, il secondo nella stazione di Maalbeek del metrò della città. Già il giorno dopo, dunque il 17 marzo, cinque giorni prima degli attacchi, gli olandesi, sostiene Van der Steur, avevano dunque avvertito i belgi. La notizia è stata però seccamente smentita da Claude Fontaine, direttore generale della Polizia federale belga. «Il 16 marzo – ha dichiarato in una nota – la polizia federale (belga n.d.r.) non ha ricevuto alcuna informazione dal Fbi» sui fratelli el-Bakraoui, e il 17 marzo vi fu sì la visita a Bruxelles di un membro della polizia olandese presso la polizia federale belga, ma «durante la discussione non è stata fatta alcuna menzione dell’informazione che il Fbi avrebbe passato alla polizia olandese, come lo stesso Fbi ha confermato oggi (ieri n.d.r.)». Polemica nella polemica, dunque. Anche se rimangono gli interrogativi sulle defaillance dei servizi di sicurezza belgi, su cui indaga anche la Commissione di vigilanza sui servizi di polizia e segreti del Parlamento belga. Ieri, del resto, la tv pubblica francofona Rtbfha rivelato che la Stib (la società dei trasporti pubblici di Bruxelles) non fu informata per ore della decisione del governo di fermare il metrò subito dopo gli attacchi alle 7.50 all’aeroporto, fino a dopo il tragico scoppio alla stazione di Maalbeek, un tragico errore costato la vita a 20 persone. Intanto il Belgio ha cominciato a coinvolgere attivamente nelle indagini lo stesso Fbi. Secondo il Wall Street Journal l’agenzia statunitense ha già inviato a Bruxelles una task force, mentre stando alla Cnnalcuni telefoni cellulari e computer sequestrati dopo gli attacchi terroristici di Bruxelles della scorsa settimana sono stati inviati negli Usa per essere analizzati dagli esperti del Fbi. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL SOSPETTO. Il reporter Faysal Chaffou (Ansa ) LA «CACCIA» A destra, l’arresto dell’algerino Djamal Eddine Ouali (l’uomo in ginocchio) avvenuto nei giorni scorsi a Bellizzi, vicino a Salerno A sinistra, continuano le ricerche in tutta Europa ed è allerta nelle metropolitane, negli aeroporti e in tutti i principali punti sensibili (Ap)
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