martedì 29 marzo 2016
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La minaccia degli integralisti: «Cancellate la legge sulle donne» Gli esperti sostengono che tra le possibili “motivazioni” della strage di Lahore, anche la legge che, in vigore dal 25 febbraio nella provincia del Punjab, che per la prima volta rende crimini punibili con pene anche severe molti delitti contro le donne. Il 27 infatti scadeva l’ultimatum lanciato da una trentina di gruppi islamisti fondamentalisti al governo provinciale per la sua cancellazione. Dichiarata «non islamica» e contraria alla vocazione religiosa del paese e alle tradizioni, la “Legge per la protezione delle donne contro la violenza” era stata accolta favorevolmente dai partiti di ispirazione laicista o islamista moderata e aveva segnalato per molti la volontà della politica di procedere a favore di diritti finora negati. In accordo con la Costituzione nazionale e con leggi già in vigore ma parzialmente eluse, la legge ridefinisce il concetto di «violenza» per includervi «ogni abuso commesso contro una donna, compresa la minaccia, la violenza domestica, emotiva, psicologica o verbale, abusi di carattere economico, “stalking” a crimini informatici». Di conseguenza, comprende una casistica ampia: dai delitti d’onore, all’uso di acido contro mogli non sufficientemente fornite di dote o di ostacolo a un nuovo matrimonio, dal ratto e conversione forzata, alla violenza domestica e subordinazione psicologica e economica al marito se incentivate. ( Secondo l’attivista per i diritti delle minoranze, i fondamentalisti impiegano la violenza come strumento di pressione. «L’esecuzione di Qadri ha irritato i radicali: poco prima dell’attacco di Lahore, a Islamabad tanti manifestavano in favore del killer del governatore Taseer»
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