sabato 18 agosto 2012
​Sul numero di Avvenire in edicola domani, pubblichiamo un reportage esclusivo da Tashkent, capitale dell'Uzbekistan dove la Fondazione “Aiutare i bambini” sostiene il progetto “Cuore di Bimbi”. L'obiettivo: salvare la vita di bambini gravemente cardiopatici tramite l'intervento di cardiochirurghi e ospedali.
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​Sul numero di avvenire in edicola domani pubblichiamo un reportage  esclusivo dall'Uzbekistan. Abbiamo visitato l'ospedale “Vakhidov” della capitale Tashkent dove la Fondazione  "Aiutare i bambini" sostiene il progetto "Cuore di Bimbi". L'obiettivo: salvare la vita di bambini gravemente cardiopatici tramite l'intervento di cardiochirurghi e ospedali italiani.Abbiamo seguito il lavoro di un’équipe di specialisti del Niguarda di Milano - affiancato dalla fondazione “De Gasperis” - degli Ospedali Riuniti di Bergamo e di due nosocomi esteri, che ha eseguito nove interventi salvavita in soli cinque giorni su bimbi con gravi cardiopatie congenite. La forza della solidarietà ha battuto i ritardi dell’ex Paese sovietico. In Uzbekistan, infatti, l'aspettativa di vita si ferma a 67 anni i tassi di mortalità negli adulti e nei bambini sono ancora condizionati da malattie come la  tbc. La mortalità infantile è molto elevata: 35 decessi su mille nati.
Dal 2005 la missione "cuore di bimbi" ha salvato la vita a oltre 600 bambini, in diversi Paesi del mondo (Kazakistan, Uzbekistan, Eritrea, Cameroun, Zimbabwe, Kosovo, Cambogia, Sudan).
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