venerdì 13 dicembre 2019
Dalla formazione del nuovo governo all'uscita definitiva dall'Europa. Ecco quello che vuole fare Boris Johnson
Boris Johnson (Ansa)

Boris Johnson (Ansa) - Ansa

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E adesso? Cosa succede? Con la vittoria di Boris Johnson, si apre una nuova fase per la Gran Bretagna, caratterizzata dalla Brexit. Una cosa è certa: si procederà a tappe forzate. Fino allo strappo finale.

- 13 dicembre: nuovo governo.
Johnson si recherà a Buckingham Palace per essere ufficialmente nominato premier dalla
regina Elisabetta II.

- 17 dicembre: il Parlamento riprende l'attività.
I parlamentari neoeletti sceglieranno uno speaker della Camera dei Comuni e probabilmente riconfermeranno Lindsay Hoyle, che è stato eletto il 4 novembre scorso. I 650 parlamentari fanno quindi il giuramento.

- 19 dicembre: il discorso della regina.
Johnson punta a muoversi rapidamente per definire l'agenda legislativa del suo governo. La regina leggerà l'elenco delle azioni che il premier spera di portare a termine in una cerimonia nella Camera dei Lord.

- 31 gennaio: giorno della Brexit.
Granfinale, il traguardo di un percorso tormentato. La Gran Bretagna dovrebbe lasciare l'Unione europea il 31 gennaio, la quarta scadenza dal referendum del 2016. Johnson con la vittoria schiacciante cercherà di fare approvare a Westminster i termini di uscita che ha concordato con Bruxelles.

- 1 luglio: scadenza trattative commerciali.
Se andrà in porto la Brexit, la Gran Bretagna entrerà in una fase di transizione in cui le sue relazioni con l'Ue rimarranno le stesse fino al 31 dicembre 2020. Ciò con lo scopo di concedere alle due parti il tempo di concordare un nuovo partenariato commerciale e di sicurezza. La Gran Bretagna può chiedere di prorogare il periodo di uno o due anni, ma dovrà informare l'Ue della sua richiesta entro il primo luglio. In seguito, non vi saranno ulteriori opportunità di proroga.

- 31 dicembre 2020: la transizione termina.
La data in cui le relazioni esistenti tra la Gran Bretagna e l'Ue verranno definitivamente interrotte.
Senza un nuovo accordo o un'estensione del periodo di transizione, il commercio transnazionale, i trasporti e una tanti altri legami rischiano di essere interrotti.

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