lunedì 4 marzo 2013
La Svizzera ha deciso di mettere un freno ai bonus dei manager delle aziende quotate in Borsa. Ieri la stragrande maggioranza (67,9%) degli svizzeri di tutti e 26 i cantoni ha approvato l'iniziativa lanciata da un senatore indipendente e piccolo imprenditore, Thomas Minder. La Ue guarda con interesse .
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La Svizzera ha deciso di mettere un freno agli stipendi d'oro e ai bonus dei manager delle aziende quotate in Borsa, aprendo la strada alla possibilità che anche l'intera Unione Europea adotti provvedimenti simili. Ieri la stragrande maggioranza (67,9%) dei cittadini svizzeri di tutti e 26 i cantoni ha approvato l'iniziativa avanzata da un senatore indipendente e piccolo imprenditore, Thomas Minder, che aveva raccolto le 100mila firme necessarie per chiedere il referendum. La proposta di legge, che ha trovato il favore popolare malgrado l'opposizione della locale associazione degli industriali e dei partiti di destra, riguarda le aziende nazionali quotate alla Borsa nazionale o in quelle straniere e prevede il limite di un anno per il mandato dei membri del Consiglio d'amministrazione, il divieto ad alcuni tipi di compensi, compresi i bonus milionari quando i manager lasciano le società e i bonus in caso di acquisizioni e vendita di parte del business. Saranno gli azionisti, insomma, a decidere sui compensi. Il voto svizzero è stato accolto con favore dalla Commissione Europea. Stefaan De Rynck, portavoce del Commissario agli affari finanziari, Michel Barnier, lo ha giudicato "positivo" sottolineando il "risultato estremamente chiaro". Per la Commissione, è "importante che al di fuori dell'Unione Europea si costruisca un movimento a sostegno di una maggiore trasparenza nelle remunerazioni", ha proseguito il portavoce, ricordando che i Ministri delle Finanze della Ue si riuniranno domani a Bruxelles per discutere "gli elementi di un accordo che contenga un new deal per le banche".Bruxelles non ha comunque aspettato la Svizzera per agire: proprio domani è sul tavolo dell'Ecofin il pacchetto sulle norme di Basilea 3, che includono un tetto ai bonus dei manager, mentre già lo scorso dicembre la Commissione aveva presentato il suo piano d'azione per modernizzare la governance delle società, che va proprio "nella direzione dell'obbligo di voto agli azionisti" sulle remunerazioni. Bruxelles intende presentare la sua proposta legislativa vera e propria "entro la fine dell'anno", ha ricordato il portavoce di Barnier.
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