mercoledì 14 marzo 2012
​Molte le reazioni negative alla risoluzione approvata ieri con una maggioranza risicata a Strasburgo, in cui si promuovono le unioni gay.
La risoluzione del Parlamento Ue 
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Il Censis: gli italiani riscoprono i valori come famiglia e fede 
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Molte le reazioni negative all'approvazione, da parte del Parlamento europeo, della risoluzione in cui si mettono in guardia i Paesi dal "discriminare" le unioni gay privandole della possibilità del matrimonio. Maurizio Lupi, vice presidente Pdl della Camera, in un comunicato ha scritto: "La decisione dell'assemblea di Strasburgo sui matrimoni gay, che ovviamente non condivido, è la prova che non può esserci azione politica se non partendo da una base valoriale chiara. Qualcuno ha attaccato il segretario del pdl angelino alfano quando, da Orvieto, ha messo in guardia sul rischio di una deriva zapaterista nel nostro paese. Ma non possiamo nasconderci dietro un dito. Oggi la sinistra europea, cui quella italiana si ispira, punta sul riconoscimento delle unioni tra omosessuali. Il Ppe, di cui il Pdl, e non solo, fa parte, ritiene che ciò rappresenti un attacco alla famiglia  che per noi è il cardine della società. Mettere in evidenza questa differenza significa anzitutto far vedere chiaramente quali sono i nostri valori. E tutto questo proprio nel giorno in cui il Censis dice che il 76 per cento degli italiani è per il matrimonio e la famiglia è il primo valore". Il Forum della Famiglie, dal canto suo, scrive che "ancora una volta la famiglia ed il diritto alla vita sono finiti nel mirino del Parlamento europeo. L’atto non vincolante approvato ieri» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum, «intende promuovere il riconoscimento delle coppie omosessuali attraverso il superamento della definizione di famiglia quale unione tra uomo e donna ed al tempo stesso a garantire diritti sessuali e riproduttivi delle donne con “particolare riferimento all’aborto sicuro e legale”.  Si tratta di un’Europa che interviene su forme leggere di vita privata che non potranno mai essere assimilate alla famiglia della quale manca il progetto generativo ma che chiude gli occhi sullo spread delle politiche sociali che vede l’Italia in ritardo spaventoso. «Quando sul tappeto ci sono gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione ci si nasconde dietro alla difesa dell’autonomia del sistema Paese mentre quando si tratta di richiedere la “parità delle persone LGBTI” non si esita ad intervenire sull’identità della famiglia su cui è costruito il tessuto sociale di tanti Paesi.«E’ un‘Europa che non teme di mettere in discussione e violare i limiti fissati dagli stessi Trattati costitutivi quando si tratta di promuovere gli interessi delle lobby più chiassose, come è il caso dell’Ilga già sostenuta a colpi di milioni di euro. «Un’Europa che tradisce l’intuizione originaria che aveva come obbiettivo l’unione dei popoli e non delle ideologie» conclude Belletti. «Un’Europa schizofrenica che non ci piace».
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