sabato 20 ottobre 2018
Il New York Times: l'uscita dal trattato nelle prossime settimane. Subito dopo partirà una corsa al riamo con la Cina e la Russia. Già pronto dispiegamento nuove testate in Asia
Donald Reagan e Michail Gorbaciov in un vertice alla Casa Bianca l'8 dicembre 1987 alla Casa Bianca

Donald Reagan e Michail Gorbaciov in un vertice alla Casa Bianca l'8 dicembre 1987 alla Casa Bianca

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Firmato nel 1987 a Washington da Ronald Reagan e, sino ad oggi è stata una delle pietre miliari del disgelo che portò alla fine della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. L'Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty è un caposaldo del disarmo - l'accordo porto alla distruzione di 2.692 missili, 846 americanie 1.846 russi - che ora Trump pare essere pronto a rottamare.

L'Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (Inf), frutto di uno storico vertice tra Regan e Gorbaciov un anno prima della firma a Reykjavik, servì a limitare il numero dei missili dispiegati in Europa. Un tratto di penna sull'accordo per spianare la strada a un riarmo degli Stati Uniti. Se è vero che Mosca da anni ormai viola gli impegni presi 31 anni fa, lo strappo di Washington rischia di riaprire la corsa agli armamenti e di innescare una nuova «Guerra fredda» con Mosca e Pechino. Se alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato e al Pentagono negano che una decisione finale sia già stata presa, il «New York Times» cita fonti dell'Amministrazione secondo cui il presidente sarebbe determinato ad annunciare l'uscita degli Stati Uniti dal trattato nelle prossime settimane. Nei prossimi giorni il consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, dovrebbe volare a Mosca per anticipare le intenzioni della Casa Bianca a Vladimir Putin.

Il primo a denunciare ufficialmente la Russia per le continue violazioni dell'accordo fu, nel 2014, Barack Obama che accusò Putin di dispiegare armi nucleari tattiche proibite per intimidire i Paesi dell'ex blocco sovietico poi avvicinatisi all'Occidente e alla Nato. Ma Obama, nonostante i rapporti non facili con il leader russo, scelse di non lasciare l'Inf per non provocare un'escalation. Una delle prime mosse del Pentagono, se gli Usa dovessero uscire dal trattato Inf, sarà infatti di dispiegare missili con testate nucleari in Asia, per contrastare la crescente influenza della Cina. E in attesa di mettere a punto nuove testate nucleari, gli Usa sono pronti a modificare i vecchi missili Tomahawk e a piazzarli in Giappone e nella base Usa di Guam.

Il passo successivo sarebbe quello di tornare a rafforzare il sistema degli euro missili nel Vecchio Continente. Questo mentre la Cina sta sviluppando un programma di rafforzamento e ammodernamento del suo arsenale missilistico, mentre in Russia è pronto ad essere dispiegato il potentissimo missile ipersonico.

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