sabato 7 gennaio 2017
Gli 007: il Cremlino dietro gli attacchi hacker. Il presidente eletto: caccia alle streghe politica
«Putin ha cercato di aiutare la vittoria di Donald Trump»
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Un “mandante”: Vladimir Putin. Un obiettivo: favorire la “corsa” di Donald Trump alla Casa Bianca, screditando al tempo stesso la sua sfidante democratica Hillary Clinton. L’azione di disturbo degli hacker russi sulle presidenziali americane non è stata dunque un attacco “anarchico”, ma risponderebbe a una precisa strategia politica. Partita dal Cremlino.

È l’atto di accusa contenuto nella versione declassificata del rapporto delle agenzie d’intelligence statunitensi, diffuso ieri dai media americani. Un “colpo” che rischia di alzare di nuovo la tensione sull’affairehacker russi, dopo che il presidente Trump aveva definito le attenzione sulle presunte interferenze come «una caccia alle streghe politica». In un’intervista al New York Times, concessa prima che venisse divulgata la “nuova” versione del rapporto, il magnate aveva negato la responsabilità di Mosca negli hackeraggi avvenuti durante le presidenziali. Il tentativo, nella lettura del presidente, è quello di delegittimare il suo schiacciante trionfo. «Alle elezioni sono stati duramente sconfitti. Sono imbarazzati e per certi versi è una caccia alle streghe. Si concentrano solo su questo», ha dichiarato.

«La Cina, in tempi relativamente recenti, ha hackerato 20 milioni di nomi governativi, come mai nessuno ne parla? Questa è una caccia alle streghe politica», ha insistito. Il presidente eletto ha inoltre sottolineato come siano stati sferrati cyberattacchi di successo anche contro la Casa Bianca e il Congresso ma come su queste intrusioni non siano trapelate informazioni. «Siamo quasi la capitale dell’hackeraggio – ha rimarcato – detto questo non voglio che ci siano cyberattacchi da parte di altri Stati contro il nostro Paese».

Trump ha anche puntato il dito contro il partito democratico, nel mirino degli hacker durante le elezioni, che si rifiuterebbe di consentire al Fbi di accedere al suo server. Ben altri i toni usati dagli 007 statunitensi. Il rapporto sostiene «con alto grado di fiducia» che «i tentativi russi di influenzare l’elezione presidenziale Usa nel 2016 rappresentano la più recente espressione del desiderio di lunga data di Mosca di minare l’ordine democratico liberale Usa, e queste attività hanno dimostrato una significativa escalation nel livello di attività, scopi e sforzi rispetto a precedenti operazioni» di Mosca.

Nel testo, secondo quanto ha riportato la Cnn, gli 007 spiegano che Mosca ha usato diversi mezzi per tentare di alterare il risultato con «operazioni coperte (segrete), come cyber- attacchi, e con operazioni a volto scoperto da parte di agenzie governative russe, media finanziati da Mosca, intermediari di terze parti e attività a pagamento di troll». Ieri Trump ha incontrato James Clapper, direttore dell’intelligence nazionale, James Comey, direttore del Fbi e John Brennan, direttore della Cia. I vertici dell’intelligence hanno presentato al presidente eletto le loro conclusioni sull’inchiesta. Sempre ieri dalla squadra di transizione di Trump si è dimesso James Woolsey, ex direttore della Cia e tra i maggiori esperti di intelligence americana. Le dimissioni sono avvenute in seguito a contrasti sulla visione del ruolo dei servizi.

Continuano intanto i rifiuti ricevuti da Trump da parte di tanti artisti. Il neo-presidente degli Stati Uniti è alla ricerca di cantanti che vogliano esibirsi alla sua cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del 20 gennaio. L’ultimo rifiuto è arrivato dal trio italiano “Il Volo”: «Non potevamo cantare per una persona con cui non condividiamo quasi niente».

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