lunedì 23 dicembre 2013
Scarcerate due ragazze che avevano inscenato una preghiera anti-Putin. Ma le polemiche non si placano. "Una trovata pubblicitaria".
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Le due componenti del gruppo delle Pussy Riot in prigione sono state scarcerate ieri in seguito dell'amnistia recentemente decisa dal Cremlino per i 20 anni della Costituzione russa. La band nel 2012 aveva inscenato una preghiera anti Putin nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. La legge sull'amnistia, approvata lo scorso mercoledì dal Parlamento russo, ha consentito anche la scarcerazione dell'ex oligarca e oppositore del presidente Vladimir Putin, Mikhail Khodorkovsky.  Dopo la sua liberazione la 25enne Maria Alyokhina, detenuta nel carcere di NizhniNovgorod, ha denunciato come una "farsa" l'amnistia lanciata dal presidente Putin. "Se fosse possibile rifiutare l'amnistia, l'avrei fatto personalmente" ha detto in un'intervista alla tv russa d'opposizione Dozhd all'uscita dal carcere, "perché non credo sia un atto umanitario, ma una trovata pubblicitaria".

 

Anche la seconda Pussy Riot, Nadia Tolokonnikova, è stata liberata in tarda mattinata. All'uscita dall'ospedale carcerario in Siberia erano ad attenderla il marito e numerosi giornalisti.

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