sabato 5 maggio 2012
Aperto oggi a Guantanamo il processo alla presunta mente degli attentati dell'11 settembre, Khalid Shaikh Mohammed, e ai suoi quattro complici. In caso di condanna, rischiano tutti la pena di morte. Un imputato ha accusato: «Stanno cercando di ucciderci al campo e dire che ci siamo suicidati».
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Si è aperto oggi a Guantanamo il processo alla presunta mente degli attentati dell'11 settembre, Khalid Shaikh Mohammed, e ai suoi quattro complici, Aziz Ali, Walid Muhammad Salih Mubarak Bin Attash, Ramzi Binalshibh e Mustafa Ahmed Adam al-Hawsawi. In caso di condanna, rischiano tutti la pena di morte. Nove anni dopo il loro arresto, i cinque compariranno per l'incriminazione davanti al tribunale militare americano della prigione della base a Cuba. Tre anni fa l'amministrazione Obama aveva sospeso l'iter per il processo che intendeva spostare in un tribunale penale di New York, ma l'opposizione repubblicana al Congresso lo ha impedito. L'imputato più noto è Khalid Sheik Mohammed, nato in Kuwait e autodefinitosi la mente delle stragi che avrebbe pianificato "dalla A alla Z". Gli altri imputati, come lui rinchiusi nella struttura super segreta di Guantanamo Camp 7, sono lo yemenita Rmazi Binalshibh, capo della cellula di Amburgo responsabile delle stragi; Ammar al Baluchi, considerato il braccio destro di Mohammed; Walid bin Attash, un ex responsabile di Al Qaeda in Arabia Saudita; Mustafa Ahmed al Awashi, il cassiere dell'operazione che colpì al cuore l'America e l'Occidente.Sono accusati di aver finanziato e addestrato i 19 terroristi responsabili degli attacchi alle Torri Gemelle e al Pentagono e del dirottamento dell'aereo della United schiantatosi in Pennsylvania causando in totale la morte di 2.976 persone. I capi d'accusa includono terrorismo, dirottamento di aereo, associazione a delinquere, omicidio in violazione delle leggi di guerra e strage Quello che è gia 'stato ribattezzato il "processo del secolo" potrebbe durare oltre un anno e sarà seguito da 60 giornalisti autorizzati e una decina di familiari delle vittime. La sfida principale per l'accusa sarà di dimostrare che il processo militare voluto dall'Amministrazione Obama è rispettoso degli standard internazionali, anche grazie alle nuove regole approvate dal Congresso che vietano l'uso di prove estorte sotto tortura. Khalid Sheikh Mohammed, si è rifiutato di partecipare oggi all'udienza che era dedicata alla lettura dell'atto di accusa; si è tolto le cuffie e si è rifiutato di seguire ed ascoltare il procedimento. Mohammed è "profondamente preoccupato per l'equità del procedimento e del processo", ha dichiarato il legale dell'uomo David Nevin e "se la Corte si rivolge a lui e lui non risponde, credo che questo rifletta la scelta da parte sua di non comunicare con la corte". l'Unico imputato a prendere la parola, Ramzi Bin al Shibh, ha detto rivolto al giudice: "Non mi vedrete più". "Non è una mia scelta", ha aggiunto. "Stanno cercando di ucciderci al campo e dire che ci siamo suicidati".
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