lunedì 4 luglio 2016

​I corpi dei nove italiani uccisi nell'attentato di venerdì notte in Bangladesh rientreranno a casa già martedì sera o comunque entro mercoledì. Il premier fa appello all'unità: difendere i nostri valori.
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I corpi dei nove italiani uccisi nell'attentato di Dacca di venerdì sera rientreranno nel nostro Paese entro mercoledì, o comunque, "al più presto possibile, compatibilmente con le pratiche che bisognerà concludere sul posto", come assicurato stamattina dal capo dell'Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, in partenza per il Bagladesh per occuparsi di persona delle operazioni. A Dacca troverà già alcuni dei parenti delle vittime. Molti di loro hanno posato oggi corone di fiori sulle bare dei propri cari, al termine della cerimonia in memoria della strage voluta dalle autorità del Bangladesh.

Una volta in Italia i corpi, su disposizione del pm Francesco Scavo, saranno poi portati all'ospedale Gemelli di Roma per l'esame autoptico. Il magistrato solleciterà inoltre, tramite rogatoria internazionale, le autorità del Bangladesh per avere una copia degli atti dell'inchiesta sull'attacco, ma potrebbe anche chiedere di interrogare chi è stato arrestato dalle autorità locali. Non appena sarà possibile, la Procura di Roma acquisirà anche le dichiarazioni di Gian Galeazzo Boschetti, il marito di Claudia D'Antona, l'imprenditrice rimasta uccisa nell'agguato, che è invece riuscito a sfuggire agli attentatori. Negli ambienti giudiziari di piazzale Clodio, infine, si sottolinea che allo stato non sono emersi elementi investigativi per poter affermare che i terroristi hanno preso di mira quel ristorante sapendo che era frequentato da cittadini di nazionalità italiana. Una circostanza, riportata da alcuni organi di stampa, che non è stata confermata dagli inquirenti.

ALLARME DELLA FARNESINA. Intanto la Farnesina ha allertato gli italiani nel Paese esortandoli alla massima prudenza, non potendo escludere il rischio di altri attentati. "Si raccomanda ai connazionali presenti a Dacca e nel resto del Paese un comportamento vigile e ispirato alla massima prudenza - si legge sul sito del ministero degli Esteri - in particolare nei luoghi abitualmente frequentati da stranieri, e di limitare gli spostamenti, soprattutto a piedi, allo stretto necessario. Durante le festività religiose locali si raccomanda inoltre di elevare il livello di attenzione, evitando, ove possibile, i luoghi di ritrovo, specie se privi di dispositivo di sicurezza".

RENZI: NO ALLE DIVISIONI POLITICHE. Il terrorismo va combattuto "con le armi dell'intelligence", ma anche con "la difesa dei nostrivalori" a partire dall'educazione. Lo ha chiarito oggi Matteo Renzi, intervenuto sul caso alla Direzione del Pd. "Piangiamo le vittime di Dacca, abbiamo davanti le immagini dei nostri connazionali. Ma la realtà ci dice altro, non solo numeri ma una storia di persone. Sono storie, volti, persone e non è possibile non piangerli". "Dobbiamo avere la forza di non lasciarci abituare al terrore - ha proseguito - ma dobbiamo anche saper mantenere quei valori che i terroristi vorrebbero abbattere. Siamo di fronte a una terribile atrocità a cui dobbiamo rispondere con i nostri valori, dobbiamo rispondere con la difesa della nostra identità che fa paura ai terroristi". Renzi ha poi ricordato che nella legge di stabilità sono stati stanziati soldi per la cultura: "Non è solo un ideale, ma una strategia di cui dobbiamo essere orgogliosi. L'idea è che ciò che accade va combattuto sotto il profilo dell'intelligence, ma anche sul versante culturale".

Già ieri il presidente del Consiglio aveva fatto appello all'unità parlando di "una grande famiglia colpita dal dolore", un Paese in cui, nonostante le "divisioni politiche", prevalgono però "i valori grandi e forti, dell'Italia". Renzi aveva poi ringraziato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver "scelto di interrompere il suo viaggio per stare vicino alle famiglie delle vittime", per poi avvertire: "Tutta la fase della discussione politica deve essere all'insegna dell'interesse nazionale e della Patria". Un ammonimento lanciato all'indirizzo di chi, soprattutto a destra, ha già espresso il proprio mal contento per l'operato del governo sul caso. In particolare per non aver preteso spiegazioni sul presunto ritardo con cui le autorità di Dacca avrebbero condotto il blitz per liberare gli ostaggi.

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