martedì 25 novembre 2008
COMMENTA E CONDIVIDI
«Profonda preoccupazione» per i popoli del Libano e del Medio Oriente. E, insieme, «dolore» per le «tensioni e i conflitti che continuano a vanificare tutti gli sforzi volti a promuovere la riconciliazione e la pace ad ogni livello della società civile e nella vita politica e nella regione». Li ha espressi ieri mattina Benedetto XVI, nel saluto rivolto alla delegazione di vescovi armeni guidata dal catholicos di Cilicia Aram I. «Recentemente " ha detto Papa Ratzinger " siamo stati tutti addolorati per l'escalation di violenza e persecuzione contro i cristiani in alcune parti del Medio Oriente e altrove. Solo quando i Paesi coinvolti saranno in grado di determinare il proprio destino, e le varie etnie e comunità religiose sapranno accettarsi e rispettarsi pienamente, la pace potrà essere costruita sulle solide fondamenta di solidarietà, giustizia e rispetto per i diritti legittimi delle persone e dei popoli». Nel suo discorso il Pontefice ha reso omaggio al popolo armeno, la cui testimonianza di fede e devozione, ha detto, è culminata nel XX secolo con un periodo «di indicibili sofferenze». Oggi, così, «la grande schiera di santi e martiri, insegnanti e teologi armeni» sono una «eredità» che fa parte del «patrimonio dell'intera Chiesa». Salutando a sua volta il Papa, Aram I aveva sottolineato come «le Chiese, le religioni, gli Stati devono riconoscere tutti i genocidi, compreso il genocidio armeno, e devono impegnarsi a prevenire ogni genocidio affermando i diritti di tutti i popoli alla dignità, alla libertà e all'autodeterminazione».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: