sabato 30 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
BERGEN T ragedia nel mare del Nord. Un elicottero Super Puma partito da una piattaforma petrolifera offshore con 13 persone a bordo, tra le quali un italiano, si è schiantato sull’isola di Turoey, vicino a Bergen, nell’ovest della Norvegia. Non ci sono sopravvissuti, secondo i soccorritori che alle 17 di ieri pomeriggio, quando il buio ha imposto la fine delle ricerche, avevano recuperato 11 corpi. La Farnesina ha confermato la presenza di un «connazionale» sull’elicottero, ma non ha fornito ulteriori informazioni. Gli altri passeggeri sono tutti norvegesi, tranne un britannico. Il velivolo era in servizio per la Statoil e stava portando operai del colosso petrolifero norvegese dalla piattaforma di Gullfaks, nel mare del Nord, a Bergen, dove sono state interrotte le operazioni. Non sono ancora chiare le cause del disastro. Il portavoce della polizia, Morten Kronen, ha detto senza mezzi termini che l’elicottero è stato «completamente distrutto» e alcune delle vittime sono finite in mare. Testimoni oculari hanno raccontato di aver sentito «una forte esplosione» e poi visto «fumo molto denso» sul luogo dell’incidente. Ma non si capisce ancora se l’esplosione sia avvenuta prima o dopo lo schianto. Nel 2012 sullo stesso modello di elicottero erano stati trovati dei difetti nella trasmissione ma poi la Chc, gigante canadese che produce gli Eurocopter EC-225, aveva apportato delle modifiche approvate dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea. Nonostante questo l’ente per l’aviazione norvegese ha deciso di vietare il volo a tutti i modelli identici a quello dello schianto. Un provvedimento preso a stretto giro anche dall’ente dell’aviazione britannica. Se il numero delle vittime fosse confermato si tratterebbe di uno degli incidenti più gravi nella storia dell’aviazione offshore. ( E.A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Soccorsi in azione dopo il disastro (Reuters)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: