mercoledì 27 ottobre 2021
«Cambi la legge sui giudici». Il tribunale europeo, in attesa della sentenza definitiva, ha accolto la richiesta della Commissione di una sanzione. La replica della Polonia: «Questo è un ricatto»
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki insiste nella linea dello scontro con Bruxelles: è finito sotto attacco anche davanti al Parlamento europeo

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki insiste nella linea dello scontro con Bruxelles: è finito sotto attacco anche davanti al Parlamento europeo - Ansa

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Dopo gli scontri dei giorni scorsi al Parlamento Europeo, si alza nuovamente la tensione tra Bruxelles e Varsavia, che ora parla di «ricatto». Ieri, infatti, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha condannato la Polonia a pagare alla Commissione Europea una sanzione di un milione di euro al giorno per non aver sospeso l’applicazione delle disposizioni nazionali relative in particolare alle competenze della Camera disciplinare della Corte Suprema. «L’osservanza delle misure cautelari disposte il 14 luglio 2021 è necessaria al fine di evitare un danno grave e irreparabile all’ordinamento giuridico dell’Unione Europea e ai valori sui quali tale Unione si fonda, in particolare quello dello Stato di diritto», si legge in una nota della Corte.

Il 14 febbraio 2020 è entrata in vigore la legge polacca che modifica la legge relativa all’organizzazione dei tribunali ordinari, la legge sulla Corte suprema e alcune altre norme. In particolare, la Camera disciplinare secondo la Commissione limita l’indipendenza dei giudici polacchi, potendo esporli a procedimenti penali e a riduzioni di stipendio ed essendo «non immune da influenze dirette o indirette dei poteri legislativo ed esecutivo».

Ritenendo che le disposizioni della normativa nazionale in vigore violino il diritto dell’Ue, la Commissione ha proposto un ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte di giustizia. In attesa della sentenza della Corte che chiuderà il procedimento, la Commissione ha chiesto, nell’ambito del procedimento sommario, di condannare la Polonia ad adottare una serie di provvedimenti provvisori. Con ordinanza del 14 luglio scorso, l’allora vicepresidente del Tribunale ha accolto tutte le richieste della Commissione in attesa della pronuncia della sentenza definitiva.

Ritenendo che la Polonia non avesse ottemperato agli obblighi derivanti da tale ordinanza, la Commissione ha depositato un ricorso chiedendo che la Polonia fosse condannata al pagamento di una sanzione giornaliera. Sanzione che è giunta ieri, quando il vicepresidente della Corte ha condannato la Polonia a versare alla Commissione una penalità di mora pari a un milione di euro al giorno, finché Varsavia non adempirà ai suoi obblighi. Su Twitter il portavoce del premier polacco ha ribadito che per Varsavia «la questione della regolamentazione dell’organizzazione della magistratura è di competenza esclusiva degli Stati membri». «La via delle punizioni e dei ricatti verso il nostro Paese non è la via giusta», ha concluso.

La norma bocciata dalla Ue​

La sezione disciplinare per i giudici della Corte suprema polacca, istituita con una controversa riforma varata dal governo guidato dalla destra nazionalista di Diritto e Giustizia (PiS), «non è conforme al diritto dell’Unione». È questa la motivazione della sentenza con cui la Corte di giustizia europea (Cgue), accogliendo in toto il ricorso della Commissione Europea presentato nel 2019, ha condannato il 15 luglio scorso la Polonia chiedendone la modifica immediata.




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