sabato 7 marzo 2015
​​La società armatrice Italfish: temiamo per la loro vita, sono senza cibo da lunedì. I due sono finiti in carcere per le dimensione di una rete.
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​​I due pescatori italiani rinchiusi in carcere in Gambia "sono senza cibo da lunedì. Non abbiamo modo di parlarci, non sappiamo neanche se siano ancora vivi e temiamo per ciò che potrebbe accadere andando avanti così". La preoccupazione è espressa dall'Italfish, la società armatrice della barca su cui lavoravano. L'ufficio della Italfish srl che si sta occupando di gestire la crisi riferisce di aver saputo da fonti locali che i due italiani - il capitano della nave Idra Q., Sandro De Simone di Silvi (Teramo), e il direttore di macchina Massimo Liberati di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) - sono senza cibo fin dal giorno dell'arresto. L'unico che è riuscito a incontrarli, giovedì, è stato il console onorario in Gambia, secondo cui i marinai "non sono in buone condizioni né fisiche né mentali". L'imbarcazione era finita sotto sequestro per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete. Dopo una decina di giorni in stato di fermo, lunedì i due italiani sono stati arrestati, a conclusione di quella che la società armatrice definisce "udienza sommaria".
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