giovedì 8 aprile 2021
Premono le aziende. Il documento non avrà valenza nazionale, anche se la Casa Bianca fornirà linee guida. New York lancia l’Excelsior Pass, mentre alla Mecca entreranno solo pellegrini immunizzati
Il check-in ai tempi del Covid all’aeroporto internazionale Arturo Merino Benitez a Santiago del Cile

Il check-in ai tempi del Covid all’aeroporto internazionale Arturo Merino Benitez a Santiago del Cile - Ansa

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I dubbi etici e legali sono tutt'altro che risolti, ma gli Stati Uniti (e non solo) si stanno muovendo a grandi passi verso la distribuzione e l’uso di passaporti vaccinali, che permetteranno agli americani immunizzati di ricominciare a viaggiare e a muoversi liberamente, mentre faranno uscire l’economia Usa dall’incubo delle chiusure forzate. Non a caso il mondo privato preme per la creazione di standard nazionali che assicurino credibilità, omogeneità e affidabilità ai certificati già in circolazione in tutto il Paese, e permetta di riconoscere le immunizzazioni fornite da migliaia di diverse entità statunitensi, comprese farmacie, ospedali e siti di vaccinazione di massa.
Per ora, infatti, non esiste un organismo unico, pubblico o privato, preposto all’emissione dei passaporti, quanto una pletora di iniziative. Almeno 17 aziende o organizzazioni non profit hanno sviluppato siti Web o applicazioni che possono essere utilizzati da impianti sportivi, ristoranti e imprese che cercano di mantenere i propri clienti e dipendenti al sicuro. E l’Amministrazione Biden è in trattative con le compagnie aeree statunitensi e altri gruppi privati per fornire linee guida per la redazione di certificati che possano essere accettati a livello internazionale. Sono infatti le compagnie aeree ad aver chiesto per prime alla Casa Bianca di «sviluppare principi federali uniformi per le credenziali sanitarie» che garantirebbero di «convalidare in modo sicuro sia i risultati dei test che la cronologia delle vaccinazioni, proteggere i dati personali, rispettare le leggi sulla privacy applicabili e operare in giurisdizioni locali, statali e internazionali».
La Casa Bianca ha accettato il dibattito. La portavoce di Joe Biden, Jen Psaki, pur precisando che l’Amministrazione non intende imporre a tutti gli americani di ottenere credenziali di vaccinazione (che resta volontaria), ha comunque assicurato fornirà presto «risposte importanti alle domande riguardo alla privacy, la sicurezza e la discriminazione dei passaporti vaccinali».
Intanto si sta già delineando, dentro e fuori dagli Stati Uniti, un mondo a due velocità dove aver ricevuto le iniezioni rappresenta il biglietto per un ritorno alla libertà pre-pandemia. Lo Stato di New York ha lanciato il suo Excelsior Pass, annunciato come «un modo gratuito, veloce e sicuro per presentare la prova digitale della vaccinazione Covid-19» e poter così accedere a «luoghi di sport e intrattenimento». Il gigante della distribuzione e delle farmacie Walmart ha lanciato una applicazione di verifica elettronica ai pazienti vaccinati nei suoi negozi. La compagnia aerea Cathay Pacific ha chiesto ai suoi piloti e all’equipaggio di scaricare una nuova app mobile che mostra il loro stato di vaccinazione. Intanto Singapore ha dichiarato che inizierà ad accettare visitatori che utilizzano un certificati digitali per test e vaccini Covid-19, mentre l’Islanda ha aperto i suoi confini a tutti i visitatori che sono stati vaccinati, senza test obbligatori o quarantena. Persino la Mecca ha escluso i fedeli che non sono in possesso di credenziali di immunizzazione: le autorità dell’Arabia Saudita hanno infatti annunciato che il pellegrinaggio annuale alla Mecca sarà consentito soltanto le persone immuni al Covid-19.
Ma i passaporti dei vaccini sollevano enormi questioni etiche, considerato soprattutto che l’85% dei farmaci in tutto il mondo sono somministrati nei Paesi più ricchi e che le società tecnologiche private che lavorano alla creazione di questi passaporti non hanno fornito alcuna rassicurazione sull’uso dei dati medici dei loro abbonati. Per questo, sia il Texas che la Florida hanno proibito l’uso di passaporti vaccinali, mentre la stessa Organizzazione mondiale della sanità resta scettica per i timori di discriminazione. Citando preoccupazioni sull’equità, l’Oms ha affermato che «non supporta la prova obbligatoria della vaccinazione» per i viaggi internazionali.

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