venerdì 4 ottobre 2019
Si indaga sull'impiegato che ha pugnalato a morte 4 agenti prima di essere ucciso. Fermata la moglie: «Aveva visioni». Ma secondo un testimone alcune ore prima aveva gridato: «Allah akbar»
Due soldati di guardia nei presso della Prefettura di polizia di Parigi (Afp)

Due soldati di guardia nei presso della Prefettura di polizia di Parigi (Afp)

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Non si esclude «nessuna ipotesi» sull’omicidio plurimo che giovedì ha funestato la Prefettura di polizia di Parigi, ad opera di Mickael Harpon, un impiegato amministrativo portatore d’handicap della struttura, che ha pugnalato a morte 4 colleghi con un grosso coltello da cucina, ferendo pure una quinta persona, prima di perire sotto il fuoco di un agente.

La procura nazionale antiterrorismo (Pnat) ha preso in carico l'inchiesta sull'attacco mortale in prefettura perché il reato contestato è "omicidio e tentato omicidio di una persona in possesso di un'autorità pubblica in relazione ad un'impresa terroristica". Inoltre si indaga per "congiura criminale terroristica criminale", ha precisato la stessa Procura nazionale antiterrorismo.

Giovedì restava in stato di fermo la moglie dell’assassino, per la quale quest’ultimo si mostrava «incoerente». Sordo al 70%, l’assassino manifestava pure frustrazione per le mancate promozioni, percependo scarsa considerazione nei suoi confronti da parte dei superiori. Ma le vittime, tre poliziotti e un agente amministrativo, non avevano legami gerarchici con l’impiegato. Nella notte che ha preceduto il dramma, sempre secondo la moglie, l’uomo avrebbe avuto "visioni".

Un vicino, anch’egli poliziotto, ha invece affermato di aver udito l’assassino pronunciare due volte l’espressione «Allah akbar», nelle stesse ore prima dell’alba. Si è pure appreso che l’impiegato si era convertito all’islam. La Francia giovedì era sotto choc pure per l’accoltellamento mortale di un adolescente davanti ad una scuola media alle porte di Parigi. Tre minorenni sono stati fermati.

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