martedì 17 novembre 2015
​A Parigi slancio di solidarietà verso gli oltre 300 feriti. A Chartres il servizio è stato chiuso per l'eccessivo afflusso di cittadini. Le foto.
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​A pochi passi dai bar 'Le Petit Cambodge' e 'Le Carillon' - colpiti dagli attacchi di venerdì scorso e ora mèta di pellegrinaggi di una preghiera silenziosa e commovente - decine di parigini si sono messi in fila per donare il sangue al centro St. Louis dell'Etablissement francais du sang (Ets). Pazienti, silenziosi, arrivati spontaneamente dopo aver deposto fiori e candele davanti ai due locali, questi donatori vengono accolti e seguiti dal personale sanitario che spiega loro le procedure per il prelievo.

Da sabato, subito dopo la tragedia che ha fatto 129 morti e più di 300 feriti, alcuni in condizioni gravissime, gli ospedali di Parigi e della Francia avevano registrato un'onda anomala di donatori, in fila già di notte per aiutare le vittime. A Chartres, cittadina a sudovest della capitale, i responsabili locali dell'Ets avevano chiesto ai cittadini di non venire, anche perché si sarebbe dovuto poi trasportare il sangue nella capitale. Ben diversa la situazione a Parigi. I pannelli elettronici gestiti dal municipio - disseminati in tutti e 20 i arrondissements - invitano a recarsi in ospedale e donare sangue. E ricordano il motto in latino della città: Fluctuat nec mergitur (Naviga e non affonda).

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