martedì 4 luglio 2017
La crescita del fiume di Asunción ha costretto 2mila persone accamparsi nelle zone alte. Accade ogni inverno (australe). Eppure basterebbe una riqualificazione. Appello del gesuita Francisco Oliva
Una famiglia del Bañado colpita dall'alluvione, Ansa/Ap

Una famiglia del Bañado colpita dall'alluvione, Ansa/Ap

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Il Paraguay annaspa. O, meglio, i suoi poveri. Tre mesi di pioggia incessante hanno fatto alzare di oltre cinque metri il livello del Rio Paraguay, ad Asunción. Molte baracche, costruite lungo le sponde, dove abitano oltre 23mila famiglie, sono state sfollate. Accade ogni inverno (australe). Il popolo dei Bañados - così vengono chiamate le baraccopoli costruite vicino al fiume - è abituato, ai primi accenni di maltempo, a dover fuggire nelle parti alte della metropoli, dove a migliaia rimangono accampati per mesi. Stavolta è toccato a quasi duemila persone, almeno 750 nuclei familiari. Per loro ha lanciato ora un appello il sacerdote gesuita, padre Francisco Oliva, da sempre in prima linea nella difesa degli ultimi.

Quasi la metà degli attuali sfollati di Asunción, viene dal Bañado Norte, toccato, il 12 luglio 2015, da papa Francesco nel suo viaggio in Paraguay. Alla folla riunita per ascoltarlo, Bergoglio disse: “Voglio benedire la vostra fede, voglio benedire le vostre mani, voglio benedire la vostra comunità. Sono venuto a rendere grazie con voi, perché la fede si è fatta speranza ed è una speranza che stimola l’amore. La fede che Gesù suscita è una fede con la capacità di sognare il futuro e di lottare per esso nel presente”.

Da anni, gli abitanti dei Bañados chiedono alle autorità una riqualificazione ambientale della zona in modo da impedire i ciclici allagamenti. In base a studi indipendenti, tali opere avrebbero un costo inferiore alle spese per tamponare le emergenze. Eppure finora non è stato fatto. E i poveri sono costretti a sfollare. Lo stesso accade in altre zone del Paese. Nelle regioni di Misiones e Ñeembucú, almeno 35mila persone hanno avuto le case danneggiate in tutto o in parte dalle piogge. O, per l’esattezza, dalla mancanza di misure adeguate per diminuire l’impatto dell’acqua. Come ha detto su tale questione monsignor Mario Melanio Medina, vescovo emerito di San Juan Bautista de las Misiones: “Il nostro Paese è ipotecato dai potenti

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