lunedì 3 gennaio 2011
In occasione del primo angelus del 2011 Benedetto XVI ha ribadito la sua sofferenza per le vittime dell'attentato in Egitto contro la comunità copta: «Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l'umanità intera». Mentre padre Federico Lombardi respinge le accuse di «ingerenza» rivolte al Pontefice dall'imam di Al Azhar. Il testo dell'Angelus
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La strage di cristiani copti in Egitto ha particolarmente addolorato Benedetto XVI che in occasione del primo angelus del 2011 ha ribadito la sua sofferenza per le vittime, già esternata sabato nella Messa e nella preghiera nella Basilica di San Pietro. Un "dolore" per il "grave attentato contro la comunità cristiana copta compiuto ad Alessandria d'Egitto" che si aggiunge a quello degli attentati contro i cristiani in Iraq e quello per i tanti, oltre 30, pastori cristiani uccisi nel corso del 2010.Parole che, nonostante l'intervento dell'imam di Al Azhar che ha criticato l'ingerenza del Papa, hanno iniziato a fare breccia anche nel mondo islamico: l'Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii) ha espresso "dolore e orrore" per l'attentato, invitando "tutta la rete di moschee che fa riferimento alla nostra Unione a pregare per le vittime e affinchè quella criminale provocazione fallisca. E anche la comunità ebraica romana non rimane "indifferente" di fronte alla violenza sui cristiani, una "tragedia" che va dal "Sudan alla Nigeria, dall'Iraq e fino a Gaza".Parlando alle migliaia di persone presenti in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha però invitato a scegliere la strada della non violenza: "Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l'umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno"."Davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani, e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari, e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo.LOMBARDI RESPINGE LE ACCUSE DI «INGERENZA»"Il punto essenziale è la condanna che l'imam ha fatto dell'attentato, invitando al dialogo e alla pacifica convivenza di cristiani e musulmani in Egitto. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di ingerenza relativa alla condanna dell'attentato contro la chiesa copta ad Alessandria d'Egitto che il Papa ha fatto all'Angelus, bisogna vedere che cosa ha inteso dire e che tipo di informazioni egli ha avuto". Lo ha detto il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, a proposito dell'accusa di ingerenza rivolta dall'imam di Al Azhar a Benedetto XVI.Padre Lombardi sottolinea che "il Papa, sia nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace - dove ha fondato il diritto alla libertà religiosa sulla dignità di ogni persona umana e quindi senza discriminazioni per l'una o l'altra religione - sia nel post-Angelus ha parlato naturalmente della solidarietà per la comunità copta così duramente colpita, ma poi ha manifestato preoccupazione e interesse anche per le conseguenze delle violenze su tutta la popolazione, sia cristiana che musulmana. Quindi, non si vede come questo atto di partecipazione del Papa, così desideroso di ispirare non violenza in tutti, possa essere considerato una ingerenza". "Credo che ci siano stati dei malintesi nella comunicazione, ma non credo proprio che ci sia da insistere su queste dichiarazioni dell'imam", ha aggiunto padre Lombardi. "Il Papa, come ogni persona ragionevole, è contro la violenza insensata e omicida nei confronti di qualunque persona. Adesso ci siamo riferiti a un attacco contro una chiesa cristiana e quindi ci si preoccupa delle minoranze cristiane che sono sottoposte a violenza - e questo è del tutto lecito - ma questo non vuol dire che si intenda giustificare o minimizzare la violenza nei confronti dei fedeli di altre religioni", ha concluso padre Lombardi.
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