giovedì 24 agosto 2017
Rivolgendosi ai detenuti del Centro di studenti universitari del complesso penitenziario di Ezeiza, in Argentina, il Papa ha anche ricordato che la vita è un regalo che bisogna conquistare ogni giorno
Papa Francesco (Ansa)

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Un contatto diretto con chi soffre in carcere, con "telefonate domenicali". È quanto fa Papa Francesco, come da lui stesso detto oggi in un videomessaggio in spagnolo al Centro di Studenti universitari del Complesso penitenziario federale di Ezeiza, in Argentina.

"Amici miei che fate parte del Centro di studenti universitari di Ezeiza, un cordiale saluto - ha esordito il Papa - un saluto che evoca quelle telefonate domenicali che faccio ai carcerati. Sono al corrente di tutte le vostre attività e mi suscita tanta gioia l'esistenza di questo spazio, uno spazio di lavoro, di cultura, di progresso, è un segno di umanità". E poi in chiusura di messaggio saluta: "Alla prossima chiamata!".

“Quelli che sono in carcere stanno scontando una pena, una pena per un errore commesso. Ma non dimentichiamo che, affinché la pena sia feconda, deve avere un orizzonte di speranza, altrimenti resta rinchiusa in se stessa ed è soltanto uno strumento di tortura, non è feconda”. Ha detto Francesco e ha continuato: "Pena con speranza, allora è feconda. Speranza di reinserimento sociale, e per questo, formazione sociale, guardando al futuro, e questo è quello che state facendo voi”.

Il Papa ha ringraziato tutti i responsabili, gli operatori penitenziari e gli interni incaricati del Centro di studenti, citando l’ultima nuova iniziativa lanciata nel penitenziario argentino: “Con questo nuovo corso di musica – ha detto – state guardando al reinserimento sociale, già adesso vi state reinserendo con gli studi, con l’Università di Buenos Aires, state guardando al reinserimento sociale. È una pena con speranza, una pena con orizzonte. Torno a dire, i problemi ci sono e ci saranno, ma l’orizzonte è più grande dei problemi, la speranza supera tutti i problemi”.

“È un alito di vita ciò che sta succedendo in carcere, tra di voi. E la vita, voi lo sapete, è un regalo, ma un regalo che bisogna conquistare ogni giorno - ha proseguito il Papa -. Ce lo regalano, ma dobbiamo conquistarlo ogni giorno. Dobbiamo conquistarlo in ogni passo della vita. Un regalo che non è facile conservare. Coraggio ogni giorno. Un sacco di difficoltà, tutti ne abbiamo, però abbiamo cura di questo regalo e lo facciamo crescere, ne abbiamo cura e lo facciamo fiorire”. “Alla prossima chiamata!”, l’appuntamento.


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