sabato 10 luglio 2021
Protetti con un sistema di riserve naturali dove trovano le piante di bambù delle quali si cibano, i panda giganti sono ormai 1.800 in natura. Ma restano una specie "vulnerabile"
Piccoli panda nello zoo di Berlino

Piccoli panda nello zoo di Berlino - Ansa

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I panda giganti non sono più in pericolo e a rischio di estinzione. Il mezzo secolo di sforzi della Cina, uniti a quelli della comunità internazionale, hanno permesso all'orso dalla tipica pelliccia bianca e nera, simbolo del Wwf, di dirsi quasi al sicuro, non più a rischio di non sopravvivere, pur restando nelle categorie definite come "vulnerabili".

"In questo momento i panda viventi sono 1.800, concentrati nella provincia centrale cinese dello Sichuan, e devono la loro esistenza alle migliorate condizioni di vita e all'espansione del loro habitat", ha spiegato Cui Shuhong, direttore del Dipartimento di protezione ecologica naturale del ministero dell'Ecologia e dell'Ambiente. "La Cina ha istituito un sistema di riserve naturali relativamente completo", ha aggiunto. "Ampie zone di ecosistemi naturali sono state sistematicamente e completamente protette e gli habitat della fauna selvatica sono stati effettivamente migliorati. Anche le popolazioni di altre specie rare e in via di estinzione si stanno gradualmente riprendendo. Il numero di tigri siberiane, leopardi dell'Amur, elefanti asiatici e ibis crestato è cresciuto in modo significativo".

I panda giganti sono difficili da allevare, con le femmine in grado di rimanere incinte solo per 24-72 ore all'anno e la specie, nel suo complesso, non è in grado di sopravvivere dove non cresce il bambù. Per saziarsi il panda ne deve consumare grandi quantità, dai 9 ai 18 chili al giorno, perché il bambù è povero di sostanze nutritive. Nel 2017 la Cina aveva annunciato piani per una riserva di 10.476 miglia quadrate, tre volte più grande del Parco nazionale di Yellowstone, negli Usa.

L'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) aveva già rimosso, fin dal 2016, i panda giganti dalla lista delle specie a rischio di estinzione, riclassificandoli, appunto, come "vulnerabili". In quell'occasione, però, Pechino aveva contestato la decisione, affermando che essa poteva indurre ad attenuare gli sforzi per la conservazione di questi animali.

La rimozione del panda dalla categoria degli animali a rischio di estinzione è stata accolta con piacere dagli utenti dei social media in Cina, mentre gli esperti hanno sottolineato che il successo nella politica di conservazione è stato raggiunto, soprattutto, grazie agli sforzi per ricreare e ripopolare le foreste di bambù, alimento che costituisce il 99% della dieta del panda.

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