sabato 11 gennaio 2014
Arrestati i suoi aguzzini: marito, moglie e figlio sedicenne. Volevano "darle una lezione" per il furto. La piccola lavorava per 3.000 rupie al mese, poco più di 20 euro.
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Una bambina di 10 anni, che lavorava come domestica a Lahore (Pakistan centrale), è stata torturata selvaggiamente e picchiata a morte dalla famiglia presso cui lavorava e da alcuni complici perché accusata di avere rubato 100 rupie (0,70 centesimi di euro).La piccola, di nome Irum, era la minore di tre figlie di Zubada Bibi, una vedova che aveva pensato di toglierla dalla strada mandandola a servizio tre mesi fa in una casa di Lahore, per uno stipendio di 3.000 rupie (poco più di 20 euro) al mese. A sporgere denuncia è stata proprio la madre che ha accusato di omicidio Altaf Mehmood, la moglie Nasira e il loro figlio sedicenne Muhammad Ibrar. I tre, che avrebbero agito aiutati da complici, sono stati arrestati. La donna ha confessato. Ha detto di avere legato e torturato la bambina per due giorni, in presenza del marito e del figlio, fino a procurarle la morte, per "darle una lezione" riguardo al presunto furto. Il marito avrebbe detto che la donna soffre di disturbi psichici ed è in cura al Mental Hospital di Lahore.

Sul corpo della bambina sono stati rinvenuti 23 segni di tortura, le mani erano legate. Gli agenti avrebbero trovato anche una corda e un tubo usati per le sevizie. A portare la piccola all'ospedale erano stati proprio i suoi assassini, allarmati per la gravità delle sue condizioni. Ma all'arrivo la bambina era ormai senza vita.La notizia, pubblicata la settimana scorsa dal Pakistan Daily Times, ha suscitato indignazione e la veemente reazione delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani secondo cui questo "omicidio" è solo "la punta di un iceberg" dello sfruttamento dei minori pachistani.

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