martedì 17 marzo 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Si chiamava Akash Bashir la guerdia che domenica ha impedito al kamikaze di entrare nella chiesa cattolica di St. John alla periferia di Lahore, in Pakistan. Il suo gesto di coraggio, che gli è costato la vita, ha salvato però quella di molte altre persone. Il suo nome è stato reso noto oggi dai Salesiani: era un giovane ex-allievo della scuola tecnica salesiana del nel quartiere a maggioranza cristiana di Yuhannabad. "Ha abbracciato il suo assalitore, facendo scudo col suo corpo", raccontano i religiosi.  Akash Bashir, in qualità di 'security guard' (guardia di sicurezza) era con un suo compagno al portone della chiesa per controllare chi entrava. Quando il kamikaze si è avvicinato all'entrata, cercando di sorpassare con violenza le due giovani guardie, è stato fermato; accortosi del carico esplosivo tenuto nascosto sotto un giubbotto, lo ha abbracciato e l'esplosione gli ha staccato la parte inferiore del corpo. "Ègrazie a lui - dice l'ordine di don Bosco - se il bilancio delle vittime accertate non è stato terribile come gli attentatori si prefiguravano". Le vittime tra i fedeli sono state 9 (16 in totale), nelle due chiese cristiane adiacenti che erano il bersaglio dei terroristi.La scuola salesiana, che si trova nel quartiere cristiano di Lahore, rimarrà chiusa "fino a che non possa essere garantita la sicurezza; alcuni giovani attualmente non possono nemmeno fare ritorno alle loro case, per via dei continui disordini e delle violenze stradali. Come minoranza cristiana ci sono momenti in cui la nostra sola speranza è nell'aiuto di Dio e di sua Madre, Maria".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: