sabato 11 maggio 2013
Almeno 39 vittime, in gran parte  a Karachi. Ma in tanti hanno voluto sfidare le minacce e si sono recati alle urne. L'ex premier Nawaz Sharif e il campione di cricket passato alla politica, Imran Khan, sono in testa nei primi risultati dello spoglio elettorale.
Pakistan, il voto non è rosa: «congiura» contro le donne (di Stefano Vecchia)
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Un'ondata di attentati di varia entità ha fatto almeno 39 vittime, in gran parte a Karachi. Ma in tanti hanno voluto sfidare le minacce e si sono recati alle urne. Lunghe code si sono viste ai seggi di diverse province, tanto che la Commissione elettorale ha deciso di prolungare di un'ora la consultazione. Non ci sono ancora dati ufficiali sull'affluenza, ma una stima della commissione elettorale a mezzogiorno parlava di una partecipazione al 30%, con un'aspettativa del 60% alla chiusura dei seggi. Ben oltre il 44% del 2008. L'appuntamento, per il paese, è storico, perchè per la prima volta dopo decenni di potere dei militari si prospetta un passaggio di consegne da un governo civile a un altro.  Le elezioni per l'Assemblea nazionale e quattro assemblee provinciali (Khyber Pakhtunkhwa, Punjab, Sindh e Belucistan) arrivano dopo la prima legislatura conclusa senza golpe militare o un omicidio politico ai vertici. Sono 86 milioni gli elettori chiamati a votare in 73mila seggi con 600mila tra militari e poliziotti a proteggere le operazioni, dopo le minacce dei talebani e una campagna elettorale segnata da violenze che hanno fatto più di 120 morti. L'ex premier Nawaz Sharif e il campione di cricket passato alla politica, Imran Khan sono in testa nei primi risultati dello spoglio elettorale in Pakistan. Lo riferiscono i siti pakistani, spiegando tuttavia che si tratta di risultati assolutamente parziali. Al momento, tra Sharif e Khan, è il primo a essere in testa, ma il suo partito è in forte calo nel Punjab, provincia in genere determinate per il risultato elettorale.Il voto per il rinnovo dell'Assemblea nazionale e delle quattro assemblee provinciali si è svolto sotto la minaccia dei talebani, che avevano avvertito che avrebbero macchiato con il sangue le urne, come è avvenuto in tutta la campagna elettorale.
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