giovedì 6 gennaio 2011
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Commozione e rabbia ieri in Pakistan al funerale blindato di Salman Taseer, il governatore della provincia del Punjab assassinato lunedì. La polizia ha ufficialmente incriminato per omicidio, terrorismo e violenza l’assassino, una delle sue guardie del corpo. Sotto interrogatorio è anche Sardar Ebaad Dogar, ex sindaco di Khangarh, nel Punjab, che venerdì scorso aveva offerto 20 milioni di rupie (circa 175 mila euro) a chi avesse ucciso il governatore.A migliaia hanno sfidato ieri gli stretti controlli di sicurezza e il rischio di nuove violenze per rendere l’ultimo saluto all’uomo il 20 novembre, accompagnato dalla moglie e dalla figlia, aveva incontrato nella prigione di Sheihpura Asia Bibi, cristiana condannata a morte per oltraggio al profeta Maometto. Era stato lo stesso Taseer, in quell’occasione, a dirsi certo dell’innocenza della Bibi e a consegnare al presidente Asif Zardari un rapporto che avrebbe dovuto aprire la via alla grazia. Questa espressione di solidarietà umana, ma anche di profonda convinzione nella giustizia e nell’indipendenza della legge dai giochi politici affiancati al radicalismo islamista, gli è costata l’esecuzione con almeno 29 colpi di arma da fuoco per mano di un membro dei corpi speciali delle forze armate, che non aveva mancato di vantarsi della sua capacità di uccidere Taseer.Il Paese ha reagito ieri in modo drammatico e contraddittorio all’assassinio. Manifestazioni di sostenitori del Partito del popolo pachistano, che ora guida da solo un governo di minoranza dopo la defezione dei raggruppamenti filo-islamici che gli erano alleati, si sono alternate ad altre di giubilo da parte degli estremisti religiosi.La polizia e l’esercito sono stati dispiegati in forze per impedire il ripetersi dei gravi disordini che erano seguiti all’assassinio della Bhutto. Mentre Lahore, seconda città del paese con i suoi 7 milioni abitanti e capoluogo del Punjab, si è fermata per dare l’estremo saluto a Taseer, il premier Gilani ha richiamato la popolazione alla calma e l’opposizione alla responsabilità.Si indaga per capire se Malik Mumtaz Hussain Qadri, l’omicida, abbia avuto dei complici o abbia goduto di appoggi. «Chiariremo se si tratta di un atto individuale oppure organizzato – ha detto il ministro dell’Interno durante una conferenza stampa – vogliamo sapere chi lo ha inserito nella lista degli addetti alla scorta. Sappiamo che aveva incontrato il soprintendente di polizia per chiedere di essere in servizio lunedì».A dimostrazione ulteriore della frattura che va allargandosi nella società pachistana, sono le attestazioni di sostegno all’omicida. Almeno in duemila hanno espresso la loro gioia per la morte del governatore su Facebook; altri internauti hanno scelto strumenti di comunicazione diversi, comunque in Pakistan appannaggio di un’élite.
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