giovedì 21 maggio 2015
A sei mesi dall'orrendo omicidio, il tribunale antiterrorismo accusa tre predicatori di avere aizzato la folla.
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Centosei persone sono state incriminate in Pakistan con l'accusa di omicidio per la morte della coppia di cristiani linciati e bruciati vivi lo scorso novembre in Punjab. Sajjad Mesih e sua moglie Shama, incinta del quinto figlio, furono segregati e poi uccisi dopo il ritrovamento nei pressi della baracca in cui vivevano di pagine bruciate del Corano. Secondo quanto riportato dai media locali, sarebbero stati tre uomini, con i loro discorsi, a sollevare contro la coppia una folla di quattrocento persone. Marito e moglie hanno poi avuto una morte atroce, gettati vivi nella fornace di mattoni dove lavoravano. Ora il tribunale antiterrorismo pachistano accusa tre predicatori islamici di essere all'origine delle violenze. E incrimina 106 persone; 32 sarebbero in libertà.
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