mercoledì 23 ottobre 2019
11 anni dopo aver chiesto di morire, la 40enne belga quattro volte medagliata in due Paralimpiadi ha ottenuto la morte secondo la legge del suo Paese. Soffriva di una malattia degenerativa
Marieke Vervoort, Foto Ap

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Si è spenta, all'età di 40 anni, la belga Marieke Vervoort. In carrozzina aveva vinto una medaglia d'oro nei 100 metri e ottenuto un argento nei 200 alle Paralimpiadi di Londra 2012; alle Paralimpiadi di Rio, nel 2016, invece, aveva vinto l'argento nei 400 e si era presa il bronzo nei 100.

Da quando aveva 14 anni soffriva di un'incurabile malattia muscolare degenerativa: nel 2008 aveva firmato i documenti per l'eutanasia, che in Belgio è legale dal 2012. Tre anni fa aveva annunciato in un'intervista la sua intenzione di farla finita ricorrendo alla pratica letale che per la sanità belga fa parte delle prestazioni sanitarie garantite dallo Stato. "La gente piangerà - aveva dichiarato Marieke - ma voglio ringraziare per la vita che ho avuto, per il fatto che ora sono felice, sono in pace". L'atleta aveva anche detto più volte di non poter tollerare più di convivere con la sofferenza e le limitazioni dovute alla sua malattia. L'abitudine a lottare contro le crescenti avversità fisiche, che l'avevano portata al successo sportivo, non è riuscita a prevalere sulla sua sofferenza interiore.

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