sabato 10 dicembre 2016
L'opposizione siriana pronta a riprendere i negoziati con il regime di Bashar al-Assad senza “pre-condizioni”. Si arrendono altri 1.200 miliziani
Aleppo, l'opposizione ora vuole trattare
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Le forze di opposizione siriane sono pronte a riprendere i negoziati con il regime di Bashar al-Assad senza “pre-condizioni”: lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, al termine della riunione tenutasi a Parigi tra i rappresentanti di dieci Paesi occidentali e arabi, Italia compresa, e gli emissari degli stessi oppositori. «Bisogna fissare i criteri per un'autentica transizione politica, e le trattative debbono riprendere su basi chiare, nel quadro della risoluzione numero 2254 delle Nazioni Unite», ha sottolineato Ayrault. Si tratta del provvedimento adottato all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza il 18 dicembre 2015, nel quale si prevedono tra l'altro un immediato cessate-il-fuoco generale e l'avvio formale di colloqui tra belligeranti, con la convocazione entro i diciotto mesi successivi di elezioni da condurre sotto la supervisione della stessa Onu. In realtà i colloqui in questione, dopo due sessioni prive di risultati concreti, sono paralizzati dall'aprile scorso. Intanto, secondo quanto ha fatto sapere Mosca, circa 20mila civili sono stati fatti evacuare da Aleppo est nel giro di 48 ore. Oltre 1.200 miliziani hanno deposto le armi. E mentre ormai la caduta di Aleppo è un dato di fatto, con i bombardamenti sulla città che non sono ancora cessati, il segretario di Stato americano John Kerry è tornato a tuonare, da Parigi, contro il regime siriano, colpevole di «crimini contro l'umanità e crimini di guerra» per i bombardamenti contro la città martire.

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