martedì 14 giugno 2011
Cinque agenzie delle Nazioni Unite hanno unito la loro voce per denunciare la selezione in base al sesso del nascituro in favore del figlio maschio in alcuni Paesi asiatici: viola i diritti delle donne e deve cessare, hanno affermato in una dichiarazione pubblicata a Ginevra.
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Cinque agenzie delle Nazioni Unite hanno oggi unito la loro voce per denunciare la selezione in base al sesso del nascituro in favore del figlio maschio in alcuni Paesi asiatici: perdura la discriminazione delle donne, ne viola i diritti  e deve cessare, hanno affermato in una dichiarazione congiunta pubblicata a Ginevra. La selezione del sesso - che include gli aborti selettivi - è ancora presente in regioni di Paesi dell'Asia del Sud, orientale e centrale. Essa "riflette e alimenta una cultura di discriminazione e di violenza, e deve essere affrontata con urgenza da parte di tutti i segmenti del governo e della società ", hanno affermato il Fondo delle Nazioni Unite per la  popolazione (Unfpa) l'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, l'Unicef, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e Un Women. La proporzione "normale" tra nascite di maschi e femmine è di 102-106 maschi per 100 femmine, ma in alcune regioni dell'Asia del sud, orientale e centrale, sono stati osservati rapporti di 130 maschi per ogni 100 bambine, afferma l'Onu.La selezione può avvenire prima della gravidanza (pre-impianto), durante (aborto) o dopo la nascita di una bambina, attraverso la trascuratezza o l'infanticidio. La pratica ha causato uno squilibrio del rapporto tra i sessi in molti Paesi, particolarmente in Asia meridionale, Asia orientale e dell'Asia centrale, con conseguenze quali la mancanza di donne disponibili per il matrimonio.In alcuni Paesi la legge proibisce la determinazione del sesso o gli aborti selettivi, ma se la pressione del figlio maschio persiste tali restrizioni sono aggirate ricorrendo a strutture clandestine e pericolose. Gli Stati devono combattere la selezione a favore del figlio maschio senza però esporre le donne a  gravi rischi e quindi senza  negare loro l'accesso ai servizi necessari come l'aborto sicuro o altri servizi sanitari", afferma le agenzie dell'Onu. La dichiarazione propone misure concrete per affrontare il problema, come ad esempio degli incentivi per famiglie con solo figlie.
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