giovedì 31 ottobre 2013
​Oltre due milioni hanno meno di 15 anni. Il problema riguarda soprattutto i Paesi a basso e medio reddito ma non solo. In quelli più sviluppati, su 680mila adolescenti che partoriscono metà vive negli Stati Uniti.
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​Diventano mamme ancora prima di essere diventate donne: sono 20mila – ogni giorno – le adolescenti che partoriscono, in un anno, diventano sette milioni e trecentomila. Due milioni di loro non hanno ancora compiuto i quindici anni quando mettono al mondo le loro creature: nella stragrande maggioranza dei casi – nove su dieci – sono già sposate o sono legate in modo stabile a un compagno. Strette in una relazione quasi mai scelta liberamente ma imposta dalla famiglia e dalla tradizione. Una condizione denunciata ieri – numeri alla mano – da Aidos, l’Associazione italiana donne per lo sviluppo: sono «pochissimi i programmi internazionali che si dedicano alle adolescenti tra i 10 e i 14 anni», si è lamentata Daniela Colombo, presidente di Aidos.

Se le tendenze attuali proseguiranno il numero di nascite da ragazze under 15 potrebbe salire a 3 milioni l’anno nel 2030, come emerge dal rapporto dell’Unfpa (il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) «Lo Stato della popolazione nel mondo 2013», diffuso ieri in tutto il mondo e presentato in Italia proprio da Aidos.Secondo i dati, il 95% delle nascite mondiali da mamme adolescenti si verifica nei Paesi in via di sviluppo. Ma neppure i Paesi sviluppati, ne sono esenti: ogni anno, partoriscono circa 680 mila ragazzine, quasi la metà risiede negli Stati Uniti.

La gravidanza – sottolinea il rapporto – ha conseguenze importanti sulla salute di una ragazza molto giovane: andare incontro a seri rischi, complicanze e strascichi è molto più frequente se si affronta una gravidanza precoce, subito dopo avere raggiunto la pubertà. Le mamme under 15 nei Paesi a basso e medio reddito hanno il doppio del rischio di morte materna e fistola ostetrica delle donne più grandi, soprattutto nell’Africa sub-sahariana e in Asia meridionale. Ma un antidoto c’è: la scuola. Le ragazze che studiano più a lungo hanno meno probabilità di una gravidanza, l’istruzione le prepara al lavoro, accresce l’autostima, lo status sociale e dà loro più voce nelle decisioni che riguardano la loro vita. Per l’Unfpa, «ogni giorno per circa 200 adolescenti, l’inizio di una gravidanza precoce comporta la violazione più grave dei diritti umani: la morte. Secondo la Convenzione sui diritti del fanciullo, chiunque ha meno di 18 anni è considerato tale. Ai bambini e alle bambine vengono concesse speciali protezioni dovute alla loro età. Sostenere queste protezioni può contribuire a eliminare molte delle condizioni che portano alla gravidanza adolescenziale e mitigare le conseguenze per la ragazza, la famiglia e la comunità».Nei Paesi in via di sviluppo si contano circa 3,2 milioni di aborti non sicuri l’anno tra le ragazzine di 15-19 anni; 70 mila sono invece le giovanissime che muoiono per complicazioni durante la gravidanza e il parto. Infine ma non ultimo – si legge nel rapporto – il costo opportunità-vita relativo alle gravidanze adolescenziali, misurato dal reddito annuale perso dalla madre durante tutta la sua vita, va dall’1% (ossia 124 miliardi di dollari in Cina) al 30% del Pil annuale (15 miliardi di dollari in Uganda).

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