martedì 5 aprile 2016
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NEWYORK Dopo una settimana di errori e commenti imbarazzanti che hanno messo in forte dubbio la forza della sua candidatura, Donald Trump rischia una sconfitta oggi in Wisconsin. E una battuta d’arresto nella sua finora inarrestabile corsa alla nomination renderebbe più probabile l’ipotesi che sei mesi di primarie repubblicane si concludano a luglio senza un vincitore, sfociando in una convention aperta. Se il miliardario newyorkese – che ha 736 delegati, contro i 463 di Ted Cruz e i 143 di John Kasich – non riuscirà a ottenere alle urne i 1.237 rappresentanti necessari per strappare l’investitura al suo partito, i delegati saranno infatti liberi di scegliere il candidato che vorranno. Uno scenario che non si verifica da 40 anni. E secondo la stampa americana già oltre un centinaio di delegati repubblicani di Stati dove ha vinto Trump sono intenziona- ti a non votare per lui in una seconda e terza votazione e potrebbero riversare la loro preferenza su un candidato esterno, come lo speaker della Camera negli Stati Uniti Paul Ryan. Nel fine settimana il tycoon del mattone ha cercato di recuperare il terreno perso con le donne a causa di una serie di commenti maschilisti, affidando alla moglie Melania un ruolo più attivo nella sua campagna elettorale. Persino la prima moglie del magnate, Ivana, si è mobilitata in suo aiuto scagliandosi contro gli immigrati. Non tutti, però. Solo quelli che «sfruttano il sistema americano». Gli altri sono i benvenuti, ha spiegato, «perché senza di loro chi pulirebbe le nostre case?». Secondo un sondaggio pubblicato ieri dalla Emerson College Polling Society, nel Wisconsin Cruz è in testa al 40% contro il 35% di Trump, ma il vantaggio del senatore texano si è dimezzato rispetto alla scorsa settimana. Anche a casa democratica la capofila rischia oggi una sconfitta: Bernie Sanders infatti è al 51% contro il 43% di Hillary Clinton. Un dato preoccupante per l’ex segretario di Stato che due settimane era in forte vantaggio. L’avanzata di Sanders nello stato del MidWest, dove è presente un cospicuo elettorato operaio, conferma che neanche la battaglia per la nomination democratica è finita. Sanders, forte anche dei 44 milioni di dollari raccolti in donazioni solo a marzo, si dice convinto che vincerà a New York. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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