venerdì 1 febbraio 2013
​Dopo oltre un anno di battaglia, sembra avviata una parziale retromarcia sulla controversa questione della copertura dei costi di contraccezione: le istituzioni religiose non saranno costrette a pagare alle loro dipendenti un'assicurazione sanitaria che copra questo tipo di servizio. I vescovi si riservano di valutare la misura.
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L'amministrazione Obama ha annunciato oggi una nuova politica "di compromesso" sulla controversa questione della copertura dei costi della contraccezione. D'ora in poi questa sarà comunque garantita alle donne, ma le istituzioni religiose (ospedali e università) non saranno costrette a pagare alle loro dipendenti una assicurazione sanitaria che copra questo servizio. In quel caso, viene precisato, toccherà a una terza organizzazione fornire questo tipo di assistenza. La nuova linea, annunciata dal ministro alla Sanità Kathleen Sebelius, giunge dopo aspre polemiche da parte di istituzioni evangeliche e cattoliche che accusavano il presidente Barack Obama di violare la loro libertà religiosa. La decisione si prefigge di chiudere la querelle portata avanti da oltre un anno, durante il quale molti gruppi religiosi hanno contestato la Casa Bianca, anche a colpi di denunce legali.
L'episcopato per il momento non si pronuncia, in attesa di comprendere l'esatto contenuto della misura.
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