martedì 29 settembre 2015
Il presidente americano: in Siria c'è bisogno di un nuovo leader. Renzi: Italia pronta a collaborare. Dall'incontro bilaterale con Putin della scorsa notte ipotesi remota di raid congiunti anti-Is. Ban Ki-moon: foreign fighter in aumento del 70%.
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"Sono ottimista. In Iraq e Siria l'Is è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia": lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, intervenendo all'Onu ad un summit sul terrorismo al quale partecipano 100 paesi. Però Obama ha messo in guardia sul fatto che "se anche la leadership dello Stato islamico viene spazzata via, ci sarà ancora molto lavoro da fare", perché la lotta all'Is "non è solo una campagna militare, ma una situazione molto complessa", in cui un ruolo determinante deve averlo soprattutto la lotta alla propaganda, a partire da quella online. "Si tratta di un lavoro molto duro - ha proseguito il presidente americano - che non si risolve dall'oggi al domani". Via Assad dalla Siria. Per sconfiggere l'Is in Siria, "c'è bisogno di un nuovo leader" ha detto ancora Obama confermando la sua linea: Assad deve andare via. "Tutti i Paesi, compresi Russia e Iran, devono sedere al tavolo per trovare un meccanismo politico che assicuri la transizione in Siria" ha aggiunto. Plauso dal premier italiano Matteo Renzi che ha assicurato la disponibilità italiana. Contro l'Is "siamo di fronte alla più grande coalizione mai vista. Serve grande responsabilità, e l'Italia è intenzionata a dare un sostegno risoluto". Ban Ki-moon: foreign fighter in aumento del 70%.  "La minaccia posta da gruppi estremisti come l'Is sta crescendo, i dati dell'Onu mostrano un aumento del 70% dei cosiddetti foreign fighter da oltre cento Paesi verso le regioni di conflitto": lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, al summit sul terrorismo presieduto da Obama. L'incontro storico di ieri. Prove di dialogo sulla Siria tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin. E spunta l'ipotesi di raid aerei congiunti anti-Is. Ma le divergenze sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad rimangono e sono nette.   Dopo lo scambio di accuse nei rispettivi interventi all'Assemblea generale delle Nazioni unite, i due leader hanno avuto un faccia a faccia a porte chiuse durato 95 minuti dove si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria, ma sul futuro del presidente Assad "c'è un forte disaccordo", riferiscono fonti della Casa Bianca. "Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme", ha detto Putin in conferenza stampa. Ma - ha ribadito - i raid aerei in Siria sono illegali perché non c'è l'autorizzazione dell'Onu. Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese".Mosca apre a raid aerei. Mentre la Russia è aperta alla possibilità di partecipare alla campagna aerea contro l'Is in Siria ("solo se in linea con con il diritto internazionale"), Putin esclude che le truppe russe, già schierate nel Paese, attaccheranno sul terreno.   La cautela Usa. Fonti della Casa Bianca riferiscono che gli Usa non considerano il dispiegamento delle forze militari russe in Siria come necessariamente distruttivo per ottenere un risultato positivo sul territorio, ma l'opinione dell'amministrazione dipenderà dalle azioni di Mosca e dal modo in cui proseguiranno. "Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l'Is, allora va bene", sostiene una fonte della Casa Bianca. "Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sarà negativo", ha aggiunto.«Dialogo» tra gli eserciti. I due leader - emerge inoltre - hanno convenuto che le loro forze armate dovrebbero comunicare al fine di "evitare conflitti militari tra di loro nella regione".Il duello a distanza nei discorsi all'Onu. Prima del faccia a faccia, Obama e Putin si erano accusati a vicenda - nei rispettivi interventi all'Assemblea generale dell'Onu - per la catastrofica guerra in Siria e la crisi dei rifugiati che ha contribuito a generare. "Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionale. C'è 'qualcunò - ha affermato l'inquilino della Casa Bianca con una chiara stoccata a Putin - che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad perché l'alternativa è molto peggio. Assad ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader. Conduco l'esercito più forte che il mondo abbia mai conosciuto e non esiterò mai a proteggere il mio Paese o i nostri alleati unilateralmente e con la forza se necessario. Ma non possiamo risolvere i problemi del mondo da soli", ha aggiunto Obama sottolineando che "dopo tanto spargimento di sangue, dopo tanta carneficina, non si può tornare allo status quo". Lo zar non ha ceduto di un millimetro sulla sua linea, quella di appoggiare il governo di Damasco, "il cui esercito è l'unico in grado di sconfiggere l'Is. Non cooperare con il governo di Assad è un grave errore", ha attaccato. Per combattere l'Is, ha proseguito Putin, "occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale". Al riguardo Putin ha proposto che il Consiglio di sicurezza dell'Onu adotti una risoluzione per coordinare le forze che combattono l'Is e altri gruppi terroristici.Ban Ki-moon accusa: persi 4 anni. "Voglio essere chiaro, non c'è soluzione militare al conflitto siriano" ha detto ieri il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, nel suo intervento di apertura della 70esima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu, sottolineando che "quattro anni di paralisi diplomatica del Consiglio di Sicurezza hanno fatto sì che la crisi sia diventata fuori controllo". Per Ban sono cinque i Paesi che hanno la chiave per poter mettere fine alla guerra: Russia, Stati Uniti, Arabia Saudita, Iran e Turchia. "Fino a quando le parti non faranno compromessi tra loro, è inutile aspettarsi cambiamenti sul terreno".
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