martedì 29 marzo 2011
Queste le conclusioni del primo vertice a Londra del Gruppo di contatto. Controversa la questione delle armi agli insorti: Londra conferma che l'argomento non è stato trattato, ma Parigi apre. Obama: lavoreremo fino alla cacciata del rais. Gheddafi: siete come Hitler. In serata forti esplosioni a Tripoli.
- IL REPORTAGE La guerra corre sull'autostrada che porta a Sirte
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I partner internazionali riunitisi oggi a Londra hanno concordato di continuare la missione militare in Libia fino a che il leader libico Muammar Gheddafi non avrà ottemperato a tutte le disposizioni della risoluzione Onu per la protezione dei civili. Lo ha annunciato in una comunicato il ministero degli Esteri britannico. I partner hanno anche stabilito la creazione di un gruppo di contatto per coordinare gli sforzi politici e hanno reso noto che il Qatar, Stato arabo, ha accettato di convocare l'organismo il più presto possibile.Dall Conferenza di Londra sulla Libia "è emersa l'opzione dell'esilio" per Muammar Gheddafi ma senza "garantire un salvacondotto". Questo, riferisce Franco Frattini, una delle ipotesi discusse al vertice di Londra. Frattini ha detto che è stata raggiunta un'intesa "unanime" sul fatto che "Gheddafi deve lasciare il paese". L'invio di armi ai ribelli non è stato discusso; lo ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague nella conferenza stampa finale. Tuttavia la Francia è pronta a discutere con i suoi alleati la possibilità di fornire un aiuto militare ai ribelli; lo ha detto il capo della diplomazia francese, Alain Juppè, sottolineando tuttavia che la cosa non è prevista dalla risoluzione dell'Onu.L'Unione Africana non era presente alla conferenza di Londra sulla Libia. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso "rammarico" per l'assenza. Ma "non ci arrendiamo: intendiamo coinvolgerla", ha spiegato il capo della diplomazia italiana, spiegando che l'assenza dell'Ua è stata motivata dal fatto che l'organizzazione panafricana "non era riuscita a raggiungere un' unanimità al suo interno.Il passaggio del comando delle operazioni militari in Libia dagli Stati Uniti alla Nato avrà luogo non mercoledì, come annunciato, ma giovedì. IL DISCORSO DI OBAMAGli Stati Uniti "perseguiranno attivamente" la cacciata del leader libico Muammar Gheddafi attraverso "mezzi non militari", ha aggiunto Obama, sottolineando come "non vi sia dubbio che la Libia e il mondo staranno meglio con Gheddafi lontano dal potere". Gheddafi, ha spiegato il presidente Usa, è stato "fortemente indebolito" e la sua avanzata militare contro le forze ribelli è stata fermata dalla coalizione internazionale. Tuttavia, ha avvertito il presidente, ci potrebbe voler tempo per la sua caduta. "Potrebbe non accadere stanotte, perchè seppur gravemente indebolito, Gheddafi cerca disperatamente di aggrapparsi al potere". "Ma deve essere chiaro a chi è vicino a Gheddafi, e a ogni libico, che la storia non è dalla sua parte".L'amministrazione americana ha già congelato 33 miliardi di beni libici, sulla base delle sanzioni decise dall'Onu. Questo denaro, ha detto Obama, sarà usato per ricostruire la Libia e non verrà mai restituito a Ghedadfi. "Questo denaro non appartiene a Gheddafi o a noi, appartiene al popolo libico", ha affermato."Speriamo che Gheddafi e il suo entourage capiscano che gli è ormai impossibile governare il paese. Gheddafi non ha più la legittimazione internazionale per questo noi speriamo fermamente che ci siano nuove forze in Libia per assicurare un nuovo governo, più aperto e più disponibile a soddisfare le aspirazioni di liberà e giustizia della gente libica". Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.SUL CAMPO I ribelli libici sono stati respinti verso Ben Jawad, a 150 km da Sirte: lo riferiscono gli stessi insorti, arrivati alle porte della città natale di Muammar Gheddafi e poi costretti a indietreggiare dall'intenso fuoco degli avversari "Siamo stati colpiti dalle forze di Gheddafi, quindi siamo arretrati", ha detto un ufficiale ribelle, Hamad al-Awani, alla testa di un gruppo di ribelli che presidia ora Ben Jawad. Le forze fedeli al leader libico hanno utilizzato "razzi, granate, armi pesanti" per costringere gli insorti, che erano arrivati a qualche decina di chilometri da Sirte, alla ritirata da un'area - quella sulla strada verso la roccaforte di Gheddafi - in cui in molti villaggi parte della popolazione è fedele al governo.ESPLOSIONI A TRIPOLIDue forti esplosioni hanno scosso in serata Tripoli nella zona dove si trova la residenza del colonnello Gheddafi, mentre altre sette sono state udite a Tajura, nella periferia est della capitale, secondo giornalisti Afp e testimoni. Una prima esplosione è stata avvertita circa un'ora fa, seguita da altre a distanza di pochi minuti, nei pressi di Bal al Azizia dove sorge il compound che ospita il bunker del rais. Subito dopo si sono sentite sirene di ambulanze. Contemporaneamente altre sette forti esplosioni sono state sentite a Tajura, zona quasi quotidianamente bersaglio dei raid della coalizione. GHEDDAFI: SIETE COME HITLERMettere fine "all'offensiva barbara" in Libia paragonabile "a quella di Hitler in Europa": è il messaggio di Muammar Gheddafi al gruppo di contatto che si riunirà oggi a Londra. "Bloccate la vostra barbara e ingiusta offensiva contro la Libia", afferma il leader libico nel messaggio, pubblicato dall'agenzia ufficiale Jana. "Lasciate la Libia ai libici, state conducendo un'operazione di sterminio di un popolo in sicurezza e distruggendo un paese in sviluppo", aggiunge il colonnello.
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